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John Fitgerald Kennedy
proclama la conquista dello spazio


Prego prego! Fatelo passare! Il piglio, il tono educatamente imperativo, dell’uomo abituato a comandare e disporre erano tutti i suoi. Dall’interno della stanza arrivava proprio la sua voce. John Fitgerald Kennedy! Sembrava io fossi habitué della Casa Bianca lo trovai coi piedi sul tavolo e un libro in mano, con cenno della mano affinché guadagnassi la poltrona davanti a lui. Come uno studente di liceo non vedeva l’ora di leggermi la sua ultima scoperta. 
«Noi non possiamo essere imparziali. Possiamo essere soltanto intellettualmente onesti: cioè renderci conto delle nostre passioni, tenerci in guardia contro di esse e mettere in guardia i nostri lettori contro i pericoli della nostra parzialità. L’imparzialità è un sogno, la probità è un dovere.»
“Lo sa cosa ho letto adesso?” Non dà molto tempo alla mia esitazione. “Gaetano Salvemini!” Chiude il libro di scatto si porge davanti a me e con lo sguardo interrogativo mi chiede: “Voglio con me una persona che sappia scrivere cose come questa. Salvemini è roba sua. Italiano! Sa scrivere cose di questo tipo?”
13 aprile 1961. Sullo scenario mondiale versa la crisi di Cuba. Stanno arrivando le navi e i missili dalla Russia, uomini della Cia stanno facendo il diavolo a quattro per rovesciare dall’interno la rivoluzione castrista senza grande successo, è stato già ordinato l’embargo e la difesa dei confini di mare attorno all’isola. Il mondo è in tensione perché di lì può scoppiare un conflitto nucleare. E lui, il Presidente, non ha di meglio da fare che trovare il suo autore. 
La domanda non poteva apparire irriverente. 
Scusi, presidente ma la crisi di Cuba è risolta? Abbiamo scongiurato il pericolo di un conflitto?
“Il mondo è una polveriera e sarebbe peregrino pensare di aver risolto qualcosa. 
Questa gente è abituata alla guerra. I cubani ce l’hanno nel sangue la rivoluzione e nessun esercito statunitense può farci nulla. Ma anche i russi escludo vogliano prendersi la patata bollente di Fidel Castro, la sua famiglia, e tutto il suo popolo. Non possono fare a meno di rispondere al richiamo della bandiera rossa e di altre menate di questo tipo. Ma, si fidi, non vedono l’ora di tornare a casa e seguire più miti consigli.”
Presidente in cosa posso essere utile?
“Bravo. Questa è una domanda che mi piace.”
Ho imparato la lezione: “non chiederti cosa può fare l’America per te. Chiediti piuttosto cosa posso fare io per l’America!” Anche questa l’ha presa da Salvemini ma nessuno se n’è accorto!
“Vedo che ha studiato. Bravo. Mi piacciono le persone che si preparano. Io voglio preparare l’esplorazione dello spazio da parte dell’esercito degli Stati Uniti!”
Vuole assumermi come astronauta?
“Battuta! Anche spiritoso. Complimenti. La Russia è più avanti di noi. Diciamocelo! Hanno fatto più viaggi ed hanno più conoscenza. È chiaro che il futuro di questo scontro è segnato da chi potrà disporre del controllo militare dello spazio. Quindi la Luna è il nostro prossimo obiettivo militare, altro che Vietnam e Cuba! ‘Nessuna nazione che aspiri ad essere alla guida delle altre può attendersi di rimanere indietro nella corsa per lo spazio’. Noi siamo guida per le altre nazioni. Noi dobbiamo essere avanti nel controllo dello spazio sopra le nostre teste.”
Cosa ha intenzione di fare allora?
“Voglio chiedere al Congresso di finanziare il Programma Apollo per oltre 22 miliardi di dollari. 
Voglio che un americano poggi il culo su quel cazzo di Luna come fece Astolfo con l’ippogrifo per recuperare il cervello di Rolando. L’ippogrifo consumava sicuramente di meno che le nostre navicelle spaziali, ma anche per noi si tratta di recuperare la testa semplicemente tornando ad essere i primi.”
Io non so nulla di astronomia. Ho letto Ariosto, però.
“Lei dovrà impinguare questo programma dove sono segnati numeri, dati, costi, tempi con un po’ di fantasia. Con suggestioni importanti, con quel giusto senso dell’affabulazione, ridando agli americani il senso della nuova frontiera che hanno perso, imbolsiti e arroganti come sono diventati dopo la vittoria della guerra contro i tedeschi.”
Quindi in Vietnam si ritira il sostegno all’esercito francese?
“Neanche per sogno. Direbbero subito che sono socialista o, peggio, troppo debole. Un’accusa davanti la quale neanche i miei meriti di guerra potrebbero salvarmi. No! Manderemo invece spedizioni militari in Vietnam. Bisogna far divertire i nostri generaloni e anche quelli, in Vietnam intendo, la guerra ce l’hanno nel sangue. Diamogli soddisfazione. Voglio proprio vedere come se la caveranno questi grandi strateghi nella giungla e in una condizione in cui anche un bambino può uscir fuori all’ultimo momento facendoti saltare in aria con una bomba in mano.”
Quindi la guerra al comunismo si gioca tutta sullo spazio?
“Non esageriamo. Un campo di battaglia sarà l’Europa, come nel Rinascimento fu l’Italia per le prime grandi nazioni: Francia e Spagna. In particolare sarà Berlino. La divisione della Germania in quel modo non può durare a lungo, era una suddivisione militare di un esercito occupante, ma uno Stato democratico non può consentire ci siano eserciti occupanti per troppo tempo. È contro il mercato!”
Quindi?
“Anche lì, si inizi a preparare. Voglio fare un bel discorso proprio a Berlino. Dovrà rimanere nella Storia!”
È lei che vuole proprio entrare nella Storia!
“Già ci sono. Fin quando una pallottola non mi convincerà a fermarmi continuerò ad esserci.”
Perché così caustico?
“Ho fatto la guerra, ragazzo! E lo so bene quanto è transitorio il nostro essere nel mondo. Fin quando ci sono però voglio fare a modo mio. Adesso se non le dispiace la voglio liberare.”
(Nel frattempo è entrata una bellissima donna che si toglie il cappello, il soprabito, la giacca e sembra voglia continuare). 
Ci sono delle incombenze che mi trattengono e non posso trattenermi a lungo.
Un addetto mi accompagnava frettolosamente fuori stanza dalla quale arrivavano dei gemiti. Prima di andare via con volto scuro l’uomo che mi accompagnava fuori la porta mi congeda con la domanda: “Lei recepisce bene le parole del presidente ma a volte riesce ad esser anche sordo. Vero?” 

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