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13 gennaio '13 - politica in cantina
Risposta su questa campagna elettorale
A un amico che sconta la differenza incolmabile tra la conduzione ordinaria della nostra vita e il teatro ammannito dalle televisioni in cui si parla di politica ma non delle nostre vite

Ecco, io partirei proprio da queste tue conclusioni che mi sembrano centrali. "Io domani debbo andare a lavorare, comunque". Dovrò comunque pagare il mutuo. Comunque dovrò tenere ben attenzione a gestire i miei soldi per arrivare a fine mese ...

"Quale condizione politica può cambiare il mio stato?" Nessuna. La crisi di appartenenza è tutta qui. Ed è una crisi positiva. Significa essersi tolti l'idea vaga e confusa del "bel sol dell'avvenire" e pensare alla propria condizione personale inserita a quella di tanti altri come noi, il tema centrale.Berlusconi coglie immediatamente questo senza bisogno di comunicatori. Dicendo tolgo l'Ici sulla prima casa ti solleva da un po' di preoccupazioni. Facendo pagare ad altri, giochi e sigarette questi costi. Se non giochi e non fumi sei contento. Se giochi, fumi e non hai una casa non lo voti.

La tesi del comunicatore è vecchia quanto il cucco. Berlusconi ha travolto sempre i pareri dei suoi consiglieri più fidati facendo di testa sua. Quando si parla di comunicazione, stì cazzi. Quando si entra in materia di diritto costituzionale e di leggi ad personam è diverso. Molto e molto più diverso quando si deve decidere una politica finanziaria.

Pancia, testa, culo o cosce per lui fan lo stesso. Non ci sono comunicatori che tengano. Non esiste la comunicazione. Esiste il contenuto che vuoi dare che è come il pacco che vuoi spedire: le condizioni per cui questo arriva o non arriva stanno anche all'interno del pacco - quanto pesa, come può essere spedito, quanto costa la spedizione ... Il messaggio è tutto. Anche perché il medium di cui parlava Mc Luhan attribuendolo al mezzo, oramai è alla portata di questi personaggi. Siamo in una competizione in cui ogni competitor ha tutto: televisione, radio, internet e chi più ne ha ne metta.

 

Ma tornando all'origine del discorso: come posso cambiare realisticamente la mia condizione? Questa la svolta anti-ideologica a cui una persona che fa politica deve dar risposta ancor prima che l'interlocutore possa porre la domanda. Chi risponde a questa domanda ha vinto.

 

Tutto il resto è spettacolo. Solo spettacolo. Spettacolo in cui ci sono dentro argomenti che ineriscono la politica. E' come se tu volessi studiare la Storia di Giulio Cesare e andassi a vedere il Giulio Cesare di Shakespeare. Bella rappresentazione, forse bravi attori, interessante lettura. Ma la Storia è un'altra cosa da un racconto, da una storia descritta a teatro. A quest'ultima noi assistiamo. Non altro.

 

Sui processi sarebbe divertente entrare. Ma non si può veramente. E perché non si può? Perché i tempi di questo teatro non lo consentono. Bisogna recepire e consumare in fretta. E poi passare a vedere la partita oppure la trasmissione di culinaria.

 

In tal senso, i processi, così come sono trattati, sono strumentali. Sono una clava che serve a demolire l'avversario ma che potrebbe demolire chi la usa costantemente. Credo che Travaglio si sia fatto male davanti all'elenco delle sue dieci condanne passate in giudicato per le quali deve pagare sanzioni concrete.

 

Ma anche i processi non sono importanti. Sono la clava. Non interessano effettivamente alcuno perché se ti dimostro che ti faccio pagare meno tasse, con questa argomentazione ho vinto. Ma è pur vero che questa argomentazione per Berlusconi è debole perché l'ha promesso venti anni fa e le tasse sono aumentate. Su questo argomento deve insistere chi lo vuole avversare, rifiutando le sue dimostrazioni di quanto il mondo sia cattivo contro di lui impedendogli di fare cose buone e giuste. Doveva sapere di non esser in grado di portare a termine questi risultati e non promettere. Questo è l'argomento.

 

E invece si preferiscono i processi e le mignotte in casa. Specialmente su quest'ultime il pubblico maschile è disinteressato. Il pubblico femminile si divide in due, chi lo schifava lo schifa ancora di più, chi lo apprezzava, lo amava, lo guardava con interesse, pensa che sia solo una montatura davanti a un suo effettivo vizietto che i congiurati cercano di fargli pagare caro.