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20 gennaio '13 - anti-antipolitica
Contro Grillo
Nota per un amico che ha deciso di votare il movimento Cinque Stelle

in politica, nella comunicazione, nel commercio, in tutto, il contenitore è tutto! Tu ti andresti mai ad operare in una clinica dove non sai se il chirurgo è laureato, non hai referenze, non è un luogo testato, convenzionato, riconosciuto per fare questo tipo di operazioni? No. Non lo faresti. Lo stesso avviene in politica e nel resto. Non serve a niente dire che "Socrate è bianco". Diventa importante chi lo dice. La sua credibilità. La credibilità del soggetto agente spende innanziutto se stessa, nel senso che se il soggetto agente comincia a sparare cazzate la credibilità la perde. Quindi la credibilità è una lotta continua, un lungo percorso. Una notizia della minchia se la trovi pubblicata su Il Giornale o su Libero non ci credi, perché sono giornali che hanno fatto della contumelia il loro fiero pasto di esternazione notiziale. Se la stessa notizia la leggi sul Corriere della Sera ci credi, con tutte le critiche che puoi fare al pachiderma di via Solferino.

Lo stesso vale per Grillo. In tal senso lo guardo con sincero divertimento, mi piace quando dice cose forti - anche quella del sindacato, mica è proprio una cazzata, sai? - ma finito il servizio, chiuso lo spot, passo ad altro e non ci penso più. Come se vedessi un film di Harry Potter. E mica sto a discettare sulla lunghezza della bacchetta, mi guardo il film e mi sto zitto! Lo stesso mi succede con Grillo. Mi fa tenerezza, in alcuni casi. Ieri l'altro pare che abbia detto che in fondo lui svolge un'azione positiva perché in altri luoghi d'Europa questa ondata di dissenso era stata intercettata dall'esterma destra. Quasi a farsi perdonare dai politici di professione e dai loro opinionisti.


Ma non c'è logica in tutto questo. Se ha preso una posizione così radicale - e ben vengano le posizioni radicali - tanto da non far partecipare i suoi, giustamente, ai programmi di dibattito politico, tanto da rifiutare ogni possibile coalizione, tanto da dire a chiare lettere: "un'altra italia deve governare", allora deve portare il suo radicalismo fino in fondo. Il suo percorso non può essere quello di dare una scossa a chi c'è oggi perché faccia le cose giuste. Chi c'è oggi - dice Grillo e non del tutto a torto - è morto, non esiste, non c'è. "Noi siamo il nuovo". Se fossi il suo Spin Doctor gli suggerirei: "Noi non siamo un evento al quale la realtà dovrà adeguarsi, noi siamo forza prorompente del cambiamento inevitabile". Ma lui non ha le palle e infatti non si candida. Non ha la testa - tanto che il novanta per cento di quello che dice non è farina del suo sacco. Non è credibile, non ha un percorso storico personale apprezzabile in chiave politica. Non ha creato una squadra: sono tutti signor nessuno che sono rimasti signor nessuno, anche gli eletti. Non può dire di aver fatto qualcosa di politico in vita sua - oltre che ad aver dato notizia della sciagura incombente su Tanzi e Parmalat della quale ci deve ancora dire chi erano i suoi informatori che non hanno parlato in altre sedi. In quel poco dove è presente, anche coi suoi ex,  non ha dimostrato alcunché, nessuna decisione amministrativa eclatante o di qualche rilievo. Nasce oggi ed ha già gli epurati. E se fosse stato segretario del Pcus che avrebbe fatto? la fine del generale Custer?


"Abbiamo già troppi venditori di pazzie e non ne vogliamo ancora!" da Jack Nicholson su Qualcosa è cambiato, quando una sua vicina gli suona il campanello per dargli una comunicazione di servizio di condominio. Ha scelto il suo magico isolamento, le sue lettere, il suo piano per difendersi dal mondo. Il personaggio è un pazzo isterico ma in quel mondo riesce a sopravvivere. E se fosse questa la sola cosa che conta?


Prima che chiunque si affanni a una risposta vale la frase di prima: di folli in giro a vendere follie ce ne sono abbastanza. Non ne vogliamo ancora.