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23 aprile '14 - valori
Le due Americhe del Capitano
Nel film The Winter Soldier il dinamismo della lotta impone anche una riflessione sul fondamento della libertà da difendere


Come a metà anni Settanta la fantasia di un grande romanziere immaginava una Cia guerrafondaia nella grande struttura della Cia, così oggi - nella proiezione dei soggettisti della Marvel nello Schield - c'è un'organizzazione segreta all'interno dell'organizzazione segreta per eccellenza. Il progetto dei complottisti consiste nel manovrare la difesa e il controspionaggio per cancellare la libertà. Si tratta della rinascita dello spirito liberticida della Hydra, configurabile con il neonazismo. 
Ma questa organizzazione segreta esprime qualcosa di più. Nel profondo è animata dalla sfiducia per l'attuale regime democratico fondato su valore della libertà. Capitan America allora deve difendere questo valore guida, ritenuto oramai un lusso. 
(L'ironia degli autori vuole che a vestire i panni di questo ruolo sia proprio Robert Redford che quarant'anni fa aveva dato corpo nel film al personaggio del romanzo I Sei giorni del condor che scopriva il raggiro nella Cia). 
La libertà ha un costo, il parlamentarismo, la polverizzazione delle coscienze, l'amministrazione della giustizia, la gestione della giustizia attraverso processi ingiusti, le contese determinate da individualismi e a volte guerre per difenderla. 
Vedere la nuova ideologia totalitaria riesce solo a coloro nei quali alberga la dottrina americana dei Padri fondatori, rafforzata dagli effetti della Seconda Guerra Mondiale. Ed è questo lo spirito è presente in Capitan America che nell'ultima opera cinematografica esce vincente da uno scontro anche contro il suo passato, contro la sua nostalgia, ma supportato proprio dai valori fondativi di quell'America vera. E allora anche il suo impenetrabile scudo si fa allegoria di una difesa vincente contro il prevalere delle suggestione di un mondo fatto di tecnica. L'America, la vera America, invece continua a passare attraverso la musica di George Gerswin, Eric Dolphy, Duke Ellington
E allora la più grande forza di Capitan America è quella di Steve Rogers, il suo alter ego. Steve Rogers deve resistere al dubbio che ad essere sbagliato sia il suo passato, toccando la memoria per l'amico più caro. Ma in virtù della sua facoltà di scegliere deve far massima leva sull'architrave formato da valori incrollabili dove al primo posto c'è la libertà intesa come affermazione di ogni individuo all'espressione della sua differenza. Riuscirà vincitore. Chiaramente. Ma a costo di sacrifici, quelli che gli chiede la società per la quale ha lottato: l'anonimato, la separazione con gli amici che hanno condiviso la battaglia contro il pensiero unico.