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03 dicembre '15 - emozioni
Selfie come anestetico
La moda di immortalarsi nei luoghi di Sanità su un articolo del Corriere della Sera


Ogni cosa all'insegna della spettacolarizzazione sul Social network, però. Attenzione! Non su altri strumenti di comunicazione e diffusione. Il fenomeno è legato strettamente al Social network. Parimenti discuterei anche del vezzo di tante donne in predicato di diventare madri che pubblicano l'ecografia del feto. Discuterei il saluto di ammalati che prima di un'operazione ne danno notizia a tutti. Sono elementi di per sé bastevoli ad affermare che la voce tutela della conoscenza sulla proprie condizioni di salute sia inutile nel grande alveo della Privacy. Questo anche per dare un contributo al legislatore e a chi fa informazione. Si dirà: "chi dà informazione lo fa per sua scelta, non viene immesso nel circo mediatico da altri". Verissimo. Ma ci sono altri che sono comunque coinvolti: il povero malcapitato in procinto di essere operato, la promessa di vita, la struttura sanitaria coinvolta ...

IL tentativo - guardando l'aspetto positivo e non la patologia psicologica - potrebbe consistere nell'anestetizzare il male: fin quando sei sul Social esisti. E forse esisterai anche dopo. Indipendentemente dalla tua effettiva esistenza in vita. 

IL tentativo è affermare che il Social è l'unica verità che conta. E questo perché la verità dell'esser semplicemente presenti in relazioni e accadimenti è assai più problematico e ferale. 

IL tentativo è anche quello di trovare una forma di appiattimento in grado di dare l'unica contezza possibile, che è quella della mera effettualità - svincolandola quindi dai contenuti morali, fisici, emozionali che danno effettiva sofferenza. 

Anche il messaggio o la foto toccante, tocca - appunto. Ma è per un attimo. E si preferirebbe che la vita reale fosse così. In tal senso, quindi, l'anestesia al male della vita. 

Ma soprattutto ci insegna che l'ossessione da autorappresentazione visiva fa parte integrante del nostro mondo. Oramai. Si scrive "selfie". Si declina con l'insegnamento per cui la tecnologia dilata, trasforma, comportamenti, culture e dimensioni di esistenza. In ambito privato, quindi estensivamente anche pubblico.