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21 dicembre '09 - Ma che freddo fa?
La metereologia fa più propaganda che ricerca
La ricerca sulle variazioni climatiche è ancora agli albori


Al mancato accordo del vertice di Copenaghen risponde, quasi per ironia, il gelo per la metà dell'emisfero europeo terrestre. Chiaramente non c'è alcun nesso tra le considerazioni meteorologiche e le analisi sul riscaldamento globale a cui sta assistendo. Si prende a campione dati del clima che fanno riferimento ad almeno trenta anni.

Di certo, il fattore evolutivo del clima non è davvero un fenomeno della nostra epoca.

Se le 50 stazioni italiane attestano che i valori più alti - come medie - sono stati registrati negli ultimi anni, ma è pur vero che l'ultimo inverno è stato assai rigido e in assoluta controtendenza.

Dall'inizio dell'Ottocento la temperatura si è alzata di sette decimi di grado al secolo.

Su una base puramente indiziaria si ritiene che nell'età dell'impero romano facesse più caldo, condizione del tutto diversa qualche secolo dopo Cristo tanto che le invasioni barbariche si ipotizza siano state determinate anche da un forte irrigidimento della temperatura nelle aree del nord.

Tra la fine del Cinquecento e del Settecento ci sono state delle piccole glaciazioni.

Tornando ai nostri giorni i dati offrono un andamento meteorologico sempre altalenante. Dal 1935 al 1965 l'aumento della temperatura si è lievemente fermato, ma nel 1980 è tornato ad essere significativamente caldo. Difficile dare ai dati un corso di linearità.

Nel dibattito attuale bisognerebbe sempre tener bene in mente - e dovrebbero ribadirlo in premessa e in conclusione a chiare lettere gli stessi studiosi del fronte catastrofista o del fronte opposto - che la conoscenza del sistema del clima è agli albori.

A dare un grande impulso negli anni 50 furono i primi computer in grado di elaborare in tempi veloci i calcoli per risolvere equazioni. Questo però significa che il dibattito sul riscaldamento è affidato a visioni di scenario più che a previsioni vere e proprie.

Quindi, catastrofisti o negazionisti, le enunciazioni espresse anche nella più alta sede scientifica derivano sempre da da scenari possibili, non da elementi nozionali certi per cui si muove in modo meccanicistico.

Di certo, si sa che il clima è tutt'altro che lineare nella sua evoluzione.

I dati su cui si possono muovere proiezioni con minimo di possibilità certa attengono agli ultimi duecento anni: un nulla per le variazioni del clima che ha avuto variazioni intorno ai 420 mila anni.

È comunque impossibile fare previsioni certe, dicono gli studiosi seri che non sono a cerca di incarichi e di ribalta. Impossibile anche fare una previsione certa e dare una stima effettiva che evidenzi l'intervento dell'uomo sulle variazioni del clima.