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17 aprile '19 - Estetica
Il buco nero
Trovando risposte ad ogni domanda scientifica troveremmo che i nostri problemi non saranno risolti E allora non ci sono domande. Ed è forse questa la risposta


E' stata sufficiente la pubblicazione di una fotografia - risultato del combinato disposto di una miriade di rilevazioni da una fonte prodotta cinquantamila anni fa - perché il senso comune vada in visibilio. Questa sbornia collettiva sulla fascinazione scientifica consiste nel dato pià deprimente del sentire diffuso tipico dei nostri tempi (Wittgenstein, Tractatus, 6.52). Quale minimo problema dei nostri conflitti esistenziali risolve una nuova nozione scientifica? (Parlo chiaramente di conoscenza che non sia strettamente connessa con una metodica per la cura della salute). A quale problema dell'esistenza concreta dà  risposta? A ben vedere la scienza, così come è vissuta nella vulgata, resta assai più inutile di un dio. Quest'ultimo, almeno, fa forza sulla speranza e consiste in espressione sintomatica di un'innegabile forza propulsiva interiore: la fede. Si dirà: 'in questo propellente cosa ci mette questa presunta persona raffigurata in dio?' Nulla. Ed in tal senso, non a caso, dio, ugualmente all'essere in quanto essere, consiste in espressione simbolica necessaria. Si pone come necessità  nella facoltà  pensante. Ma cosa aggiunge o cosa toglie la dimostrazione sensibile dell'esistenza dei buchi neri? Risposta: dell'esistenza di un mondo di verità  a distanze sconfinate. Un mondo immenso, a noi alieno, che di noi se ne frega: Ed in tal senso il buco nero assomiglia a dio. L'interesse emozionale che molti riversano per le scoperte scientifiche evidenzia la tensione verso il mistico (Wittgenstein, Tractatus, 6.522 - 6.53). Secondo il filosofo austriaco consistono in un nonsenso della vita dei nostri giorni perché si tratta di cognizioni che non risolvono nessuno dei problemi centrali o laterali della nostra esistenza.suggestione del buco nero riprodotto in foto avvenne quando fu pubblicata la fotografia della Terra nel suo intero. Evidenziava il tentativo estremo di disarcionarsi dell'uomo dalla sua visione terrena. La Terra vista dalla Luna, secondo Martin Heidegger, evidenzia l'asservimento dell'uomo al mondo della tecnica.