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30 novembre '19 - Estetica
I costi dell’antiscienza
Ci siamo accorti che esiste la scienza rilevando i danni dell’antiscienza. Un convegno all’istituto Carlo Leoni, giovedì 28 novembre


False scoperte come presunte nuove terapie, retroscena di un mondo soggiogato dalle multinazionali farmaceutiche, scie chimiche … Questo ed altro capita di ascoltare in un mondo pluralista e informato. Ma la libera espressione - quando attiene ambiti del sapere e del sapere in relazione a consumi, costi, stili di vita e diritto alla salute - ha un costo. IL nostro modello di crescita deve imparare a ponderare le sue scelte perché questi costi rallentano il progresso delle scelte ponderate da analisi, verifiche, riscontri, proiezioni sui benefici. In un convegno all’Istituto Leoni in via Caetani a Roma sfilano diversi campi della biologia e della ricerca farmacologica. Ciascuno a prender in burla le astrusità di teorie che hanno trovato gran successo. In testa a tutti il Metodo Stamina. Segue il Metodo Di Bella, la tesi dei vaccini concausa di autismo che ha rallentato la diffusione dei sistemi di prevenzione in Italia relegandoci a livello di paesi sottosviluppati e l'intensificazione del contagio da Morbillo. Ultimo mito da sfatare consiste nelle controindicazioni al vaccino HPV. “È sicuro” – dice Burioni – E sulla media della metà delle applicazioni si assicura abbia un valore di prevenzione al novanta per cento. Tutto buono e giusto. Ma ha il suono di controdeduzioni, più che di argomenti scientifici veri e propri. Ed è una condizione, questa, che rivela due ambiti di analisi. La prima, che la ricerca scientifica ha bisogno oggi di una condivisione popolare se vuole godere di finanziamenti e sussidi. Quindi il sapere deve avvicinarsi al senso comune di intendere. E in questo lavoro non è detto che il sistema divulgativo di Google o Wikipedia aiutino. La seconda, che però è la scienza stessa a traballare davanti ad alcune pseudo-scoperte. E questo perché nasce popperianamente come falsificabile. Dobbiamo infatti ricordare che l’articolo sui vaccini portatori di autismo è uscito su The Lancet, una prestigiosa rivista scientifica. Stamina e Di Bella incontrarono un primo interesse nell’ambito medico. Se la scienza non ha gli anticorpi per tutelare sé stessa non può chiedere al mondo dell’economia che finanzia i suoi studi di trovarli. Se la divulgazione ammannita dal web riesce ad essere pervasiva è perché da parte del ricercatore si persiste in un atteggiamento del tipo: non disturbate il manovratore. Va detto che i comunicatori della scienza – Roberto Burioni in testa – sono più bravi e pervasivi di Fiorello. (Del resto uno scienziato quando si pone come obiettivo di arrivare studia il problema e lo risolve in modo più efficace di chi si affida solo al talento). Ma il pericolo consiste proprio nel far diventare la scienza un partito.