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09 gennaio '20 - Etica
Hammamet
IL 19 gennaio è il ventesimo anniversario della morte di Craxi celebrata in un film ma non nella consapevolezza condivisa


Quello italiano è un popolo che ha dato dimostrazione di passioni contrastanti nell'ordine del tempo. Chi veniva osannato a piazza Venezia trovava lo scempio a piazza Loreto dopo un'esecuzione sommaria per essere esibito al pubblico ludibrio. Trattasi del caso storicamente più dolente. La riabilitazione di Bettino Craxi, in cui il dibattito sul film pare rilanciare la portata storica di questa figura, cancella responsabilità ed errori. Prima di iniziare l'agiografia dell'uomo si dovrebbe rilevare che tra gli errori ci fu quello di voler cambiare il sistema-paese a spallate. D'altra parte il carattere dirompente della persona e del suo modo di fare politica - cercando lo sfondamento a sinistra (Pci) e a destra (Dc) - non poteva concedersi troppo tempo. In un sistema bloccato, sostanzialmente monocolore, chi veniva logorato era chi lambiva o ambiva al Palazzo. Non chi lo abitava dall'immediato dopoguerra. IL problema era che Craxi dalla sua non aveva le masse della moda comunistoide derivata dagli anni Sessanta e Settanta. Craxi, dall'esordio della sua segreteria al Psi, non contava sui favori dell'economia che conta. Ma con quell'economia dovette fare il famoso "contratto" di cui ebbe la primogenitura per ripensare la capacità di intervento per le riforme in termini di laicità. E laico era considerato un accordo chiaro. IL politico agevola la crescita dell'impresa, l'impresa agevola la crescita del politico che l'ha agevolato. Non poteva far parte della sua teoresi, ma pragmaticamente lo fu. Erano tempi in cui gli Anni di Piombo continuavano senza esclusioni di colpi sul piano del gioco delle influenze. In quella pratica era chiaro uscire fuori dal seminato. Non era ancora del tutto chiaro in quegli anni Ottanta che tutto questo sarebbe durato fin quando quelle condizioni che bloccavano la nostra dialettica politica sarebbero state in piedi. Con la Caduta del Muro di Berlino il comunismo perdeva ogni fascinazione. I comunisti nominali non esistevano più. Doveva essere ripensato un progetto progressista. Craxi lo capì perfettamente proponendo il Partito socialista unificato o unitario. Ma era troppo tardi. Troppi i dissapori con gli ex comunisti. Troppa l'acredine tanto da considerare gli uni per gli altri i primi veri e propri nemici. Nel suo testo "Lotta Politica", negli anni Ottanta, non erano estinte le famose "grandi spinte". E' così che Craxi si lascia alle spalle anzitempo le grandi emozionalità offerte dalle piazze, dal pan-sindacalismo, dal rivendicazionismo, per porre alcune questioni chiare per le quali chiedere il voto. IL senso del rapporto di cittadinanza tra governo elettivo e cittadino presente nel contratto sociale di Jean Jacques Rousseau fu recuperato e attualizzato da Craxi, altro che movimentismi dell'ultimora. Craxi fu il primo che ebbe il coraggio di dire che in Italia la magistratura ha troppo potere. Un'asserzione che a sinistra fu ritenuta uno scandalo. Ma anche dai suoi! Ma terribilmente profetica. Sempre Craxi espose la sua visione per cui, anche in Italia come nel resto delle democrazie occidentali, c'era bisogno di un'alternanza tra forze conservatrici o progressiste. Era questo il modo per far nascere una democrazia vera, emancipandola dall'esclusione sistematica della destra e della sinistra rappresentate dall'Msi e dal Pci pari a circa il quaranta per cento degli elettori italiani. Ancora Craxi, rivalutando Garibaldi e Proudhon, e così cominciando a prendere le distanze dai grandi sistemi di pensiero sistemici, promosse un atteggiamento spregiudicato. Favorì ogni condizione dove potesse sedersi un socialista al tavolo di comando. Ma il tema spesso richiamato di Sigonella dimostra la volontà pervicace di Craxi nel rendere nuovamente il nostro paese emancipato da diktat di altri paesi, pur molto importanti nella nostra alleanza mondiale. Non aveva paura delle piazze piene. Davanti al milione di contestatori contro i missili Pershing e Cruise sentenziò laconicamente: i missili sono ad Est ma i pacifisti sono ad Ovest. A Craxi si imputano molte responsabilità per la crescita del debito pubblico. Ma quel modo drogato di mettere la polvere sotto al tappeto per cercare risorse nel mondo, e così trovare danari per l'attività dello Stato, faceva parte dei luoghi comuni di quegli anni Ottanta. Sempre Craxi è stato imputato speciale per l'attacco riuscito alla Scala Mobile: quel meccanismo che consentiva di riallineare gli stipendi alla tendenza inflattiva. Ma l'Italia veniva da un tempo in cui aveva conosciuto l'inflazione a due cifre e ciò non era sempre una conseguenza della crescita ma dall'immissione in mercato di nuova liquidità. Avvicinandoci allo standard dei paesi occidentali fu deciso, in verità da tutti, di rompere questo incantesimo per iniziare la strada del rigore, per altro mai raggiunto né avvicinato. Difficile oggi pensare la sommatoria di questi grandi momenti, espressi in modo fortemente sintetico. Facile collocare Craxi su un altare che a lui non sarebbe piaciuto. "Priori vivere deinde philosophari". Anche questa asserzione aristotelica fu rinverdita dal Bettino nazionale. Troppi, dopo di lui, lo hanno preso troppo alla lettera.