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22 luglio '20 - Etica
La lancetta del benessere mondiale
È necessaria un’Organizzazione internazionale per la salute che funzioni veramente


I problemi della cura per la salute sono un affare troppo importante per lasciarli confinati ai governi nazionali. Potrebbe sintetizzarsi così il senso della commissione speciale sul Covid-19 messo in piedi dalla rivista scientifica The Lancet. L’articolo che apre la pubblicazione del 9 luglio scrive a chiare lettere: “le popolazioni povere e vulnerabili, compresi i lavoratori scarsamente qualificati e i rifugiati, stanno soffrendo molto più dei ricchi in termini di vite perse, vulnerabilità alle infezioni, redditi in calo e disoccupazione. I trattamenti e i vaccini efficaci COVID-19 sono ancora a distanza di molti mesi. La Commissione Lancet COVID-19 è stata creata per aiutare ad accelerare soluzioni globali, eque e durature alla pandemia. I commissari si uniscono a questo sforzo nella convinzione condivisa che si possano trovare soluzioni efficaci sulla base della cooperazione globale, della giustizia sociale, dello sviluppo sostenibile e del buon governo che si fondano sulla fiducia pubblica”. La Commissione vuole accelerare la consapevolezza e l'adozione in tutto il mondo di strategie per sopprimere la trasmissione. Ma c’è un obiettivo che guarda effettivamente a scenari inquietanti nel post- Covid. La possibilità che si arrivi al vaccino ma non sia equamente disponibile. E così si proceda a dinamiche di salvezza per stato sociale. Quindi l’obiettivo di The Lancet con questa commissione consiste nel garantire che eventuali nuovi vaccini COVID-19 e altre tecnologie chiave siano equamente accessibili in tutto il mondo. Si dirà allora: esiste l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) c’è bisogno di un altro organismo che si veste di autorevolezza? The Lancet risponde riconoscendo ciascuno degli organismi internazionali che trattano il problema della cura per la salute, sia a livello sociale che a livello di aggiornamento dei sistemi diagnostici e terapici. Ma c’è bisogno, secondo l’autorevole periodico inglese, di uno sforzo in più. “La pandemia COVID-19 – nel commento in prima pagina - affronta il mondo con sfide urgenti e irrisolte. La pandemia segna il terzo focolaio mortale a causa di un coronavirus dopo grave sindrome respiratoria acuta nel 2003 e sindrome respiratoria del Medio Oriente nel 2012. In assenza di test efficaci e sistemi di tracciamento dei contatti in molti paesi, COVID-19 ha causato oltre cinquecentomila vittime e sconvolto il mondo intero, senza risparmiare alcuna regione”. Tutti nel mondo sono stati colpiti, coinvolti, inclusi. I riflessi economici sono stati ampiamente rilevati. Il Fondo monetario internazionale (FMI) ha declassato il calo del prodotto interno lordo globale da meno tre per cento ad aprile 2020 e nel giugno 2020 ha seguito un’oscillazione che va da meno quattro a meno nove per cento. L’esemplificazione numerica in termini economici oramai accompagna ogni analisi relativa alla Sanità. Vuole evidentemente parlare a un mondo disinteressato alla moral suasion e invece toccare valori più vicini all’interesse diretto. La crisi sanitaria oggi si pone come crisi di un intero modello di crescita. Se non si ha a cuore la salute delle classi sociali meno forti o tutelate, quantomeno si guardi alle prospettive di un mondo produttivo che sempre più difficilmente sta in piedi se non sta bene. https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)31494-X/fulltext?dgcid=etoc- edschoice_email_tlcovid-1920