ilnardi.it
18 ottobre '20 - Etica
IL VIRUS e L’IO
Come ne IL Castello di Franz Kafka la soggettività è posta davanti ai suoi limiti che però non sono determinati dalla natura ma dall’estensione di sé stessa nella limitatezza dell’istituto del sapere eretto dagli uomini


“No, aspetti ancora un momento, ascolti ancora solo questa preghiera: dovunque Lei vada, sia sempre consapevole di una cosa, e cioè che qui Lei è nell’ignoranza più totale, e sia prudente”. L’agrimensore K. È l’unica risposta positiva che deve recepire. Lui non capisce sul da farsi. IL Castello stesso pare non esser a misura della sua facoltà di comprendere. È una condizione, questa, che somiglia a quella che ciascuno di noi si sente ripetere. Mascherina anche quando dormi, vivi - se puoi - come recluso, separato sempre fisicamente dagli altri … La penitenza e la preghiera erano un sistema di osservazione ad un innaturale codice etico più facilmente onorabile con successo. La certezza che può offrire la scienza è molto più di quel che resta da sapere piuttosto di quanto sa. E anche quanto sa può essere costantemente controvertibile o leggibile con parametri diversi. La Fisica che si può acquisire con gli studi non sa come è fatto il novantacinque per cento dell’universo. Lo studio del Dna non è arrivato a comprendere più di metà del genoma. E ci sono anche dubbi se abbia un indirizzo ben preciso. Così come lo studio dei virus ha analizzato migliaia di virus ma dovrebbero essercene miliardi. La nostra conoscenza è in un ambito di interdizione ma invece di evidenziare quel che non sa pare esser sicuro del poco che ha appreso. E lo fa per una semplice questione di potere sul resto dei saperi. Scott Atlas dice che le mascherine non hanno alcuna importanza. Fauci invece garantisce che servono… In questo panorama caratterizzante La Tendenza Fondamentale del Nostro Tempo non deve fare impressione l’assistere a tesi diverse sulle propaggini del virus. D’altra parte uno dei vizi originari consiste nell’informazione che ha smesso nella sua professione di comunicare sugli accadimenti ma anche di “informare i fatti” bensì essere consolatorio, divulgatorio con la preoccupazione degli effetti morali di quel che viene detto o scritto. IL governo italiano ammonisce al timore e tremore per evitare comportamenti scorretti e sconsiderati. Come dire: ‘ se si estende la pandemia è per vostre responsabilità non per nostra inefficienza o per superiorità assoluta del male ’. Diversi e contraddittori i governi d’Europa. Nel bailamme quello statunitense. Anche i modelli vengono meno. E il dramma peggiore consiste nel diventare noi, italiani, un modello per gli altri. Chiaro che la soggettività perda totalmente un asse direzionale. ‘ Quale riferimento prendo? ‘ ‘ Chi mi salverà anche da questa emergenza? ‘ E il virus peggiore forse consiste proprio nella consapevolezza di aver perso anche un punto di riferimento. Non ci sono linee direttive, non ci sono vincoli. È la conduzione stessa della vita a consistere in un complesso di vincoli, senza capire esattamente quali. Ciascuno persegua quel che riesce a sostenere, finché può.