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07 gennaio '22 - Etica
Tutti contro Djokovic
Il mondo pare ritrovarsi nell’invidia di classe contro il fuoriclasse del tennis


Se il tennis è in sostanziale declino di vocazioni, c’è un altro sport che non perde mai la sua attrattiva. È l’invidia di classe. È la rabbia nei confronti di chi dimostra di essere vincente e per questo si carica sulle spalle il peso di scelte impopolari. Successe lo stesso ad altri campioni controversi come Maradona al suo ultimo mondiale e a Paolo Rossi, ma la lista potrebbe continuare. Djokovic è indifendibile nella sua scelta di no vax privilegiato. Può permettersi una vita al riparo, selezionando incontri e frequentazioni e quindi evitare di vaccinarsi, ma da un personaggio in vista come lui il mondo si aspetta l’esempio, la parola incoraggiante, e quella non è arrivata. Transeat. Gli Australian Open sono ben poca cosa se non ospitano il gioiello più apprezzato del tennis mondiale. Fanno di tutto per averlo e nonostante il continente sia stato falcidiato dalla pandemia, gli vengono fornite assicurazioni e si stabiliscono ponti speciali affinché sia garantita la sua presenza. Djokovic non ha bisogno degli Australian Open per dimostrare chi è. Gli Australian Open hanno bisogno di Djokovic per mantenere la promessa dell’evento e far quadrare i bilanci. Quindi il tennista cede alle lusinghe e parte nella convinzione che il suo astro dia luce a questo evento sportivo altrimenti spento. Se ne scatena un terremoto di opinioni e di contraccolpi anche nelle autorità centrali che governano il paese. Diciamocelo: l’Australia non ci fa una bella figura! Ospitare un no vax in un paese che ha intimato il massimo della vigilanza avendo avuto il massimo del danno. Ed è così che diventa un caso diplomatico quello di Novak Djokovic. “Annullato il suo visto perché non in regola con le norme anti Covid”. E tutto questo non si sapeva prima che partisse? Succede che l’asso dello sport mondiale sarà costretto a permanere a Melbourne fino a lunedì. Deve intervenire un’udienza del tribunale per decidere sul suo ricorso. Nel frattempo il giocatore di tennis resta isolato. Inevitabile la reazione delle autorità della Serbia. I no vax locali prendono vita e coraggio e manifestano nelle piazze. Potrebbe essere eretto ad emblema di tutti i no vax mondiali della ‘coercizione al consenso da parte del mondo globalizzato e uniformante’. Come suona come espressione? La pandemia non cancella la sussistenza di interessi contrastanti nel mondo. La macchina del business che non concepisce di arrestarsi davanti a una situazione eccezionale quale è la crisi sanitaria mondiale, da una parte. Dall’altra la necessità di una pacificazione almeno momentanea per dedicarsi al conflitto contro un male invisibile, e in tal senso lo sport può fornire un importante momento consolatorio. Ma sempre, in questa fase, sussistono classi di governo troppo attente a non scontentare gli interessi che gravitano su di loro. In questa situazione i conflitti sono inevitabili e la star del tennis ci è andata di mezzo.