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28 gennaio '22 - Italia
Ecco perché Draghi
IL presidente del Consiglio è stato il primo ad avere un credito di fiducia in modo preterintenzionale


La vera anomalia per l’intelligenza storica sarà quella per cui il Presidente della repubblica uscente ha nominato il suo successore. Lo ha fatto un anno fa dandogli la carica di presidente del Consiglio. Non poteva concludersi col suo mandato di captazione fondi europei per uscire dalla crisi e loro finalizzazione in obiettivi precisi. La politica poteva averlo assai poco nel garbo per il suo comportamento freddo e distaccato, questo modo anti-confidential di fare, questo portamento regimental e assai impolitico, ma solo queste possono essere le conclusioni a scrutinio ancora aperto. La risposta è un richiamo di responsabilità di tutti. L’Italia è un paese che rimane indebitato ben oltre il suo bilancio. Serve una regia dall’alto. Serve che il paese stabilisca un piano di rispettabilità che il suo personale rappresentativo nelle due Camere non riesce a sostenere essendo, come riportano le cronache dei giornali negli altri paesi, incentrata la narrazione dei “soliti italiani”. Il peso specifico del personaggio consente alle polemiche si soffermarsi sull’uscio della propria porta. Impossibile trascinarlo su una possibile appartenenza in un indirizzo politico o di un altro. Il problema forte che evidenzia il suo trasloco in Quirinale consiste nell’araldo che lui dovrebbe lasciare alla Presidenza del Consiglio. Non potrà essere una persona sua per motivi di decoro istituzionale, e allora la sua candidatura dovrà essere presa in carico da un partito che però dovrebbe sacrificare la sua rappresentanza nel governo che dovrebbe essere sottoposto a rimpasto. Ed è impossibile pensare a un Pd con uno come Franceschini che accetta di fare un passo indietro al ministero della Cultura per facilitare questa operazione. La misura consente di andare avanti per il tempo necessario a riformare il sistema elettorale e mettere a punto alcune misure che debbono compiersi prima dell’inferno che si scatenerà con la campagna elettorale e con lo sgretolamento del partito di maggioranza relativa.