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23 marzo '23 - Semiotica
Andreotti Matteotti ... chi erano costoro?
L'eloquente gaffe di Giuseppe Conte


Si dirà: "Una gaffe è una gaffe. Inutile starci a speculare sopra". Quel che fa impressione è il silenzio dei suoi, una forma di massimo ossequio al capo.

Ma a ben guardare la gaffe è eloquente. Evidenzia che per "l'avvocato del popolo" le due idee (Andreotti e Matteotti) non sono chiare e distinte. Sono invece categorie suscettibili di una sovrapposizione perché strumentali solo alla polemica. E in questi casi si immagazzinano mentalmente i fonemi utili a costruire la frase. Se non sono architravi del pensiero sono suscettibili di essere sovrapposti.

La sua mancanza di categorie ben fisse nell'architrave del pensiero la si rileva bene in questa gaffe. Si ripete, non si deve speculare - essendo una banale gaffe. Però getta luce sul fatto che certe parole-chiave - strumento di pensiero, indirizzo fondamentale della propria esistenza (anche se in negativo) - non ci sono nelle cognizioni dell'avvocato dal curriculum taroccato. Andreotti o Matteotti per lui fa lo stesso se sono strumenti lessicali adottati con la finalità di dimostrare qualcosa.

Ce n’è abbastanza per intessere una riflessione sulla miseria del pensiero politico contemporaneo. Ma si deve resistere anche a questa tentazione perché cenni di qualche vitalità qua e là si trovano.

Quel che non si trova è il filone di un pensiero nuovo. In Europa si discute utilizzando l’armamentario ideologico del primo Novecento con massimalismo, riformismo, liberalismo, fascismo e para-fascismo come categorie orientative fondamentali. Negli States il tutto si riduce alla all’esposizione delle capacità di forza che i leader riescono a mettere in piedi entrando in contenitori vuoti come i due partiti, repubblicano e democratico.

In siffatto contesto appare sempre la luminescenza stimolata dal dibattito costruisce sempre meno. La sua opacità rende formali e manierati i dibattiti parlamentari. A volte addirittura superflui, come è successo in Francia per far approvare la riforma delle pensioni.

Quella che nella Storia è stata la spinta propulsiva dell’Europa al resto del mondo si è sempre più opacizzata, insieme al resto del mondo. Assume sempre più i caratteri di quei buchi neri di cui si discetta in Fisica. Dal suo interno non può uscire nulla, nemmeno la luce essendo la velocità di fuga superiore a c. (Quindi ha assorbito l’energia propulsiva che deriva dalla sua Storia ma non riesce a rifletterne all’esterno).

Come i buchi neri, il nostro dibattito consiste nel risultato di implosioni di masse sufficientemente elevate ma che non riescono a generare altre idee germinali. Ogni posizione è produzione di individualismo ma anche di pesantezza degli apparati. Qui la gravità domina su qualsiasi altra forza. Ed è in questa condizioni che si determina il collasso gravitazionale in cui spazio-tempo si concentrano in un punto. Fascismo, stragismo, liberalismo, liberismo, comunismo … vagano nel balletto delle indicazioni nominali e servono come rispecchiamenti di propaganda.

Si dirà: tutto questo è troppo da dedurre in usa sola gaffe. Se non fosse quello stesso schiacciamento alla formalità dei rituali parlamentari ad essere un fraintendimento costante.