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06 giugno '23 - simboli
Contro il partito della mondezza
Roma devastata dai rifiuti, peggio che ai tempi di Raggi … Ma la normalità dei sacchetti di spazzatura per le strade concorre a dare una pessima aspettativa di un mondo migliore


Anche in ambito di gestione dei rifiuti esistono diverse italie. Parole vuote come “transizione ecologica”, “circolo virtuoso dei rifiuti” restano come stentata memoria di un’età, quella del primo progressismo, dileguata insieme ad altre parole-forza retoriche e inutili.

A dare il quadro del disastro italico è il rapporto Green Book 2023 che conferma il divario tra meridione e settentrione italiano, con Roma epicentro del disastro.

Al di là dei programmi lanciati c’è il dato dell’aumento della produzione di mondezza. Il 2021 segna un aumento di produzione pari al tre per cento a persona contro una percentuale fissa del riutilizzo e riciclaggio che è del 48%. I raffronti sono fatti di anno in anno. Ogni abitante attualmente produce in media poco più di mezza tonnellata di rifiuti ogni anno.

 A Sud gli impianti latitano. In questo modo non è possibile chiudere il ciclo dei rifiuti. Si paga, quindi, più Tari: 368 euro ad abitante (dato sempre del 2022) mentre al centro si pagano 335 euro e a Nord 276.

Il PNRR ha stanziato sulla materia della gestione dei rifiuti due miliardi cento milioni. Roma manda novecento tonnellate di rifiuti in Olanda ogni settimana. Destinati al termovalorizzatore, scalderanno le loro case, non le nostre.

In Italia sono attivi appena trentasette termovalorizzatori. In Germania, novantasei, In Francia, centoventisei.

Sempre in Italia il riutilizzo e riciclaggio è fermo al quarantotto per cento a fronte del diciannove per cento dei rifiuti ancora gettato in discarica.

Sono dati che non evidenziano solamente un’emergenza. Piuttosto un’arretratezza che è storico culturale. Non è sufficiente la raffigurazione plastica (è proprio il caso di dire) degli olandesi che scaldano le loro case grazie al derivato dei nostri rifiuti mentre il nostro paese li esporta e paga per questo aumentando il famigerato quantitativo di anidride carbonica nell’aria. Gli arroccamenti sono più forti. E non si parli di ideologia o di mancanza di un sano senso di pragmatismo. In questa disfunzione di sistema ci sta dentro un po’ tutto: demagogia popolare, mancanza di coraggio e determinazione di chi è chiamato a delle scelte e altrettante responsabilità, incapacità di dare una programmazione che non sia il semplice risultato delle committenze arrivate da altre spinte nel mercato globale.

La mondezza si pone come la misura del declino di un paese che appare senza speranze. Non c’è sinistra o destra che tenga. Spezzettamenti e dislivelli, crescita a macchia di leopardo, oramai sono tratti costitutivi – non semplicemente un’anomalia funzionale.

E probabilmente da queste retrovie degli imperi del globo si deve partire affrontando il problema dei rifiuti prima ancora di quelli dello sviluppo.