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28 agosto '23 - simboli
Da quando il tempo è argomento giornalistico?
Lo scivolamento significazionale tra accezione cronologica a quella meteorologica segna gli slittamenti di senso dei nostri giorni


Lunedì 28 agosto. Ore 15:49. Liguria in allerta gialla, attesa la burrasca. 15:29 - A passo Tre Croci evacuate 70 persone. 13:25 - Bomba d'acqua a Trieste, centro allagato. 12:41 - Tempesta di fulmini nel centro Sardegna. 11:50 - Esonda un torrente in Valtellina, 10 evacuati. 11:40 - Chiuse tre strade statali al nord. 10:58 - Neve al Sestriere. 10:54 - Ancora pioggia sulla Liguria. 10:30 - Frana in Savoia, treni Italia-Francia fermi una settimana. 09:50 - Linea del Brennero chiusa in Austria per frana. 09:49 - Torna l'acqua alta a Venezia. 09:48 - Frana blocca la Gardesana orientale. 07:33 - Milano, monitorati Seveso e Lambro.

Si tratta dell’apertura della più grande agenzia stampa italiana: l’Ansa. Pur non essendoci cataclismi che giustificano una composizione di notizie di apertura di questo tipo, si dà la prima pagina, quindi la priorità in termini di gerarchia della notizia ai prevedibili e previsti cambiamenti meteorologici.

Chiaramente si tratta dell’argomento di cui gli italiani parlano di più. Si tratta di capire il perché. Incapacità di prendere le misure dalle variazioni inderogabili e insindacabili che dà il clima? Oggettiva presa d’atto che anche dei mutamenti nel corso delle cose possono cambiare radicalmente il corso delle cose di chi si trova a viverli in diretta? Troppa abitudine a programmare, livellare, modificare gli accadimenti tanto da avvertire un senso di impotenza verso i fatti che non possono essere cambiati? L’ideologia dell’aria condizionata ha permeato le coscienze comuni? Come dire: il cielo, il clima, non si possono abbassare o aumentare col telecomando e allora danno inquietudine. In tal senso siamo tutti nell’età della tecnologia (altro che tecnica come aveva preconizzato Heidegger) e viviamo anche i nostri sistemi di vita in modo tecnologico. Per cui se il partner o la partner è troppo o troppo poco in qualsiasi senso lo cambio, lo restituisco al fornitore come si fa con gli acquisti da Amazon.

Essere implicati nei rapporti tecnologici significa essere diventati animali tecnologici, anche se la nostra natura non lo è. Lo è però la vita e la morte che ci riportano alla necessità di una data di scadenza e ci fanno sentire prodotti. L’unica eccezione è che in questo circolo si è consumatori e consumati. Tutto, in definitiva, è preordinato secondo le condizioni oggettive di partenza. Anche la venuta meno degli ascensori sociali fa disperare sulla possibilità di evoluzioni di stato sociale tali da modificare il corso della vita. Tutto rimane secondo quanto si è stati programmati, quindi nati, quindi messi in produzione nei contesti di appartenenza.

La novità dei nostri tempi consiste nel fatto che non si avverte la ribellione verso questo stato di alienazione. E non si può dire che non esista. Nessuna delle condizioni indicate possono essere confutate.

L’essere dentro un meccanismo di produzione ed esser sottilmente prodotto si vive in modo molto più confortevole perché quantomeno non ci sono sorprese nello stato di vita. Anche nel caso di eventuali rovesci di fortuna! Esistono paracaduti sociali del tipo assegno sociale, reddito di cittadinanza che in qualche modo sarà editato. Alla produzione non puoi non garantirgli il bene di essere prodotto.

Ed è per questo che in questo gioco, pioggia, neve, sole, maremoto, sono fenomeni che sfuggono all’umana sopportazione. Sono gli elementi che danno apprensione perché ci ricordano dell’innaturalità di detto meccanismo.