ilnardi.it
14 settembre '23 - Semiotica
L'inghippo dell'immigrazione
Altro che governo della moneta unica e pressione dei grandi poteri, la prova di Bruxelles arriva dall'Africa


Sicuramente il governo sta fallendo sul problema dell’immigrazione. Ma è curioso che a sancirlo siano coloro che in qualche modo l’hanno favorita. Quindi si incalza il governo in carica per un difetto di governo che sotto la loro gestione era considerata una virtù. L’accoglienza.

Stiamo proprio parlando del blocco di centro-sinistra che in passato aveva polemizzato ferocemente contro l’ex ministro degli interni, Matteo Salvini, che aveva tergiversato sull’attracco della nave Diciotto per la quale ancora è sotto giudizio per sequestro di persona.

Mentre il dibattito in campo era schematicamente, con una sinistra favorevole tendenzialmente agli sbarchi come unica possibile soluzione umanitaria, contro l’avversione del centrodestra che li avversava costi quel che costi. Oggi è il centrosinistra che in qualche modo allora avversa.

“Quello che accade a Lampedusa è la morte dell’Europa”. Tuona Salvini. Proprio lui che ne era un detrattore ed ha sempre almeno dubitato dello spirito di unità dell’Unione su un problema che gravava solo sull’Italia.

I seimila sbarchi in un giorno raffigurano perfettamente il vulnus della destra sul quale il suo governo è caduto: l’impossibilità di gestire un problema di queste proporzioni con la manifestazione della forza. (E poi i drammi che si stagliano sulla drammaticità generale: il bimbo di cinque mesi che annega, vittima del rovesciamento della barca occupata da quarantasei persone. La nave arriva per i soccorsi ma il primo effetto è capovolgerla. La madre è una minorenne).

Si blinda la frontiera, dal mare alle Alpi. Eppure Ursula von der Leyen rivendica l’accordo sul patto per la migrazione. Ma è ancora vicino e non ancora in atto. Ma la notizia resta la stretta di Germania e Francia sui confini italiani per evitare che gran parte di questo flusso arrivi da loro. Alla faccia dell’accordo quasi raggiunto! Alla faccia del senso di unione dell’Unione! Berlino ha sospeso gli accordi di giugno a Parigi sulla redistribuzione.

Ma a ben guardare quello sull’immigrazione è un pacco che i paesi d’Europa cercano di scaricare l’uno l’altro dietro l’ipocrisia della solidarietà e della risposta comune a un problema globale. I tedeschi, a voce del cancelliere Scholz, si lamentano perché da loro sono arrivati più immigrati che nel resto d’Europa: “come se in Germania vi fossero più coste del Mediterraneo”.

Ma alla base il problema sembra essere l’identificazione degli stessi. Arrivano, se ne vanno, e non portano con loro una denominazione di origine per cui si possa comprendere il loro percorso per descrivere come sono arrivati dove sono attualmente. Pare la media sia addirittura due su cinque. Tutto ciò sbanca la tendenza programmatoria dell’Unione che come le grandi strategia dei grandi si trova a subire, schermirsi, quindi dividersi anche sulla pressione dei piccoli.