Nicola Porro sul suo blog
http://blog.ilgiornale.it/porro/2012/07/21/monti-ha-fallito-ma-deve-rimanere/#comment-19387
Alcuni commensali se la prenderanno con la pietanza che sto
per servire. Non vorrei dilungarmi troppo sui fallimenti del governo Monti. Chi
ha pazienza può assaggiare le zuppe più stagionate, si potrà fare una
scorpacciata di critiche. Dalla controriforma del lavoro alla tassazione, dai
finti tagli allincapacità di ricevere critiche. Quello del governo Monti è un
percorso pieno di inciampi.
La fonte di tutte le critiche è ovviamente la nascita del suo governo. Non solo
la genesi, per così dire, tecnocratica, ma risiede soprattutto nellaspettativa
posto: un uomo solo è il problema dellItalia, cambiandolo esso svanisce per
incanto. Fino a poco tenpo fa i politici dicevano che il Cav valeva 300 punti
di spread in più; oggi i giornaloni ci riempiono le scatole sostenenedo che lo
spread vero dellItalia è di 200 punti (Corsera di oggi) e il resto è il
mercato che sbaglia. Viene almeno da sospirare a pensare come gli autorevoli
commentatori ed economisti canbino le carte in tavola, con scarsa onestà
intellettuale.
Detto questo, il punto è un altro. Cosa risolviamo buttando a mare il
presidente Monti? Nulla. Questo è la drammatica verità. Monti ci sta salvando,
sì salvando, dalle follie spendaccione di un vasto e trasversale partito della
spesa, alla Hollande. Monti ha un dna liberale e su certe cose non ha voglia di
scherzare, come lidea folle di una patrimoniale che circola in modo
bipartisan. Monti non è riuscito a fare una riforma del lavoro decente, anzi
complice la Fornero ha incasiniato la materia, ma resta un signore che conosce
bene i limiti della concertazione e del sindacalismo diffuso.
Non sto promuovendo Monti. Sto semplicemente dicendo che non conviene cadere
nel virus dellantiberlsuconismo (su paziente diverso). E cioè pensare che un
uomo solo, in questo caso Monti, sia la causa dei nostri mali. Il premier ha
avuto la presunzione di credere di poter fare meglio del Cav sui dossier che
contano in Europa, e non cè riuscito. Ma è indubbio che capisca come il
problema risieda là e non solo a casa nostra. Ha sperato di portarsi a casa
unaspirina come lo scudo anti spread. Ma ormai ha capito, ciò che ben si
capiva anche un anno fa: la rigidità mentale dei tedeschi.
Nelle
prossime settimane la Borsa e lo spread saranno ancora caldissimi.
Vedremo se Monti commetterà gli errori che furono fatali al governo Berlusconi.
1. Perdere lucidità e fare manovre di emergenza del tutto recessive e poco
coordinate.
2. Mollare la presa, facendosi convincere che il problema è il presidente del
consiglio italiano e non lassurda costruzione della moneta unica.
Angelo Nardi (ivi)
Perfettamente daccordo sul pericolo recepire la malattia dellantiberlusconismo con variante nominale e referenziale. Perfettamente daccordo che, stante la situazione, Mario Monti è il male minore o quantomeno un personaggio di garanzia per noi nel mondo e in Europa (il suo meglio secondo me lo sta facendo in questi giorni andando in giro in America e Russia per convincere i capitali veri a investire da noi).
Detto questo, però, il mondo liberale, laico, onesto intellettualmente, deve iniziare a pensare a nuove forme di Stato e nuove forme di governo. Le parole chiave, secondo me, debbono essere meno Stato meno tasse. Ripeterle come un mantra, scriverle nel simbolo che dovrà unificare una coalizione di liberali, di destra o di sinistra a questo punto conta bene poco. Smantellare lelefantiasi dei nostri apparati, vendere beni immobili, liberare competenze, sciogliere prerogative e appannaggi riservati a uno Stato etico che oggi non ha alcun senso. Le uniche grandi competenze debbono rimanere lordine pubblico, la difesa, il controllo di standard sanitari e di beni archeologici-storici veri. Il resto darlo alla società, ai soggetti portatori di interessi legittimi, alle forze economiche con idee e energie. Ripensare radicalmente al nostro ruolo in Europa e farlo dando sovranità alla politica propriamente detta. Questo dobbiamo preparare in questo poco tempo prima delle elezioni del 2013, perché nessuno in Italia ha il coraggio di mandare a casa Monti.