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05 febbraio '13 - CONTRO GRILLO
Nessuno ha torto (completamente)
In risposta a un amico che chiede se si è posto il dilemma: ma avessero ragione quelli delle Cinque Stelle?


Sì! E come non ci ho pensato? Ci penso da anni. Dalle prime adunate in piazza con i Vaffa day. Ma anche da prima, quando per i suoi comizi al Palalottomatica dovevi pagare. Pensa tutti a casa mia andarono a vederlo, eccitati dalla novità. Io restai in casa a guardare mia nipote che al tempo aveva circa quattro anni.


Va be' piccola digressione intimistico-affettiva.


Certo che ci penso, ma sforzandomi di guardare laicamente la questione non riesco a risolvere dei problemi grandi come macigni: 1) Lui non si candida; 2) lui non ha un programma coerente. (Anche incendiario, lapidario, palingenetico, ma che esprima una sua coerenza. E guarda esser coerente è molto più facile esserlo adesso che non hai mai calcato il campo, piuttosto che quando sei in gioco con i tuoi errori, disattenzioni, mancate messe a fuoco di problemi); 3) lui ha inserito in lista una miriade di ragazzini e facce anonime. Persone senza palle sperando non gli possano nuocere troppo. 4) Lui, di per sé, è un personaggio improbabile. 5) Presenta l'immensa contraddizione di voler spazzare tutto rendendo colpevoli forme, regole, figure cardine e vicarie nel funzionamento organizzativo del paese, così come parla di un male assoluto da parte degli eletti ... Per poi candidare una sua compagine (compagine che, come ripeto lui, non essendo all'interno, non potrà dirigere). Ma se il male assoluto è tutto nel palazzo come riusciranno i suoi ad emendarsi da tanto male?


Ma d'altro canto ha anche i suoi meriti. ( Come diceva Benedetto Croce ((frase che dovrebbe rimanere stampigliata nella testa di ciascuno di noi)) in politica come in filosofia nessuno ha mai completamente torto).


Lui dice: 1) Un'altra Italia deve governare. Persone semplici, persone che lavorano, persone che portano la pagnotta a casa e per un periodo di tempo nella loro vita possono occuparsi della cosa pubblica. 2) Questo mondo è morto. Televisione, forme giurisprudenziali di governare la nostra personale vita, camerille composte da amici di amici, il sistema creditizio così come organizzato oggi non hanno alcun senso. Con la rete, il web, ci sono le premesse per un sistema di ramificazione delle conoscenze e delle decisioni collettive completamente diverso. 3) Non paghiamo il debito pubblico, così come ha fatto l'Islanda. Emblema di: riprendiamoci la nostra vita, ora possiamo, infischiandocene di debiti che noi non abbiamo contratto ma la classe di governo che ha governato nei precedenti trent'anni.


Credo di aver fatto una summa theologica abbastanza succinta ma esaustiva.


Il problema consiste solo nel mettere a sistema benefici e problemi di queste prospettive. Vedere se i benefici sono veramente tali, intendo percorribili e se i problemi sono superabili. In entrambe i casi mi sento sereno di dire no. Mi piace molto il primo punto da me annoverato tra i suoi meriti: "un'altra italia deve governare". Ma questo lo urlavo nelle piazze nella mia precedente vita che risentirlo mi sembra di rivedere uno spettro.

Credo che la palingenesi prospettata da Grillo non sia campata in aria. Questa fase non potrà essere superata in modo indolore. Oppure, semplicemente, ci troviamo all'inizio di una fase di declino che durerà almeno un secolo. Chi può dirlo? La mia sfera di cristallo l'ho venduta per comprarmi da mangiare.


l'angelo necessario