I suoi amici Navaho mi avevano consigliato di cercare Aquila della Notte sulle piste di Goldeena. Incontrarlo nei panni del ranger Tex Willer, piuttosto che in quelli del capo indiano, era per me maggiormente rassicurante. Quando vestiva i panni del leader acquisiva quell'aura ieratica ingestibile per qualsiasi intervista. Il suo tono diventava laconico.
Quando lo incontrai aveva appena messo in fuga un baro, evitato che i paesani lo impiccassero, piuttosto, li aveva convinti a trattarlo con la frusta (episodio narrato nei nn.107-108). Se ne stava nel Red Ace Saloon in pausa riflessiva. Con gesto distaccato guardava ciò che succedeva fuori dalla finestra attendendo gli servissero il suo solito pasto.
Interromperlo davanti alla bistecca alta una spanna con la montagna di patate era un azzardo. L'oste ebbe la bontà di propiziare il nostro incontro al tavolo. Preferiva fosse impegnato in conversazione piuttosto che vederlo intervenire di nuovo nel suo locale per metterlo sotto sopra un'altra volta.
Buon giorno, sono un cronista, vorrei parlare con lei ...
“Un cronista? Con me? Ragazzo rivolgiti a qualche figurina di questa nuova frontiera: Will Bill Hickcok, Buffalo Bill, il tenente colonnello George Armstrong Custer. Oppure va da Geronimo! Con qualche bigliettone lo convinci a rilasciarti qualche dichiarazione di tuo gradimento. Lui ama passare come un rivoluzionario, un filantropo o un sanguinario a seconda delle esigenze dell'intervistatore. Purché l'intervistatore paghi. Il mio pasto l'ho già pagato in anticipo. Ma grazie lo stesso”.
Ha già pagato? Nessuno paga mai prima di mangiare ...
“Ragazzo, quando fai una vita come la mia non sai mai cosa può succedere. E non voglio congedarmi lasciando dei sospesi”.
Proprio per questa immanenza della morte, non ha l'esigenza di far passare un messaggio?
“Un messaggio? Cosa passa col messaggio? Ragazzo, solo le pallottole passano e trapassano. Le pallottole! Solo quelle contano. Il resto, come dicono gli amici navaho, è fumo nell'aria”.
Non per insistere …
“Bene non insistere.”
Noi adesso non stiamo parlando? Pensi alle sue parole, alle sue idee per renderle scolpite nelle generazioni future …
“Il modo migliore per occuparsi di domani è nell'azione. Oggi! In questo momento! Il solo modo per evitare il peggio è attraverso gli strumenti che ho. Il mio revolver è lo strumento. Le pallottole che arrivano il modo per tutelare i nostri figli e i figli dei figli che verranno".
Le parole, le idee, armano le mani che sono disposte a sparare e a sacrificarsi per cause ingiuste. Non trova che le parole siano anche loro uno strumento efficace?
“Può darsi. Ma non sono il mio strumento. Non mi occupo di illusioni e del modo di riferirle”.
A proposito di illusioni e di trappole della mente. Come è riuscito a non cadere nelle trappole di Mefisto?
“Hai proprio deciso di rovinare il mio pasto. Ed improvvisamente sono d'accordo con te sul fatto che non sono solo le pallottole a fare i danni peggiori. Tu non spari. Però rovini la mia digestione ancor prima di attivarla”.
Quindi su Mefisto?
“Il problema di Mefisto, invece, è che non ce l'ho mai avuto a tiro in modo pieno. L'ho lasciato in una grotta consegnandolo alla fame dei topi (episodio n.125). Ma se mi dovesse riapparire davanti sarebbe solo il mio fucile a decidere se quella figura è reale o uno dei suoi trucchi. Il resto non mi interessa. Mi interessa solo consegnarlo alle terre”.
Tex è di sinistra o di destra? Vota democratico o repubblicano?
“Ho capito. Hai proprio deciso che vuoi essere preso a calci. Come dice il mio pard Kit Carson, mi trasformo in animale politico solo quando mento spudoratamente a un militare o ad un ricco possidente di paese. Lo faccio sempre per guadagnare tempo. La verità presto o tardi cala addosso a questi signori. E la verità non è né democratica né repubblicana”.
Nella guerra di secessione con chi hai combattuto?
“Siamo passati al 'tu'? Non ho combattuto per nessun esercito. Ho sparato, sì! Ma solo per restare vivo in quella carneficina (episodi n.113-115). Sono texano! E' chiaro dal mio nome, no? Quindi è chiaro dove stanno i miei sentimenti. Ma è anche chiaro che nessuno può essere schiavo di alcuno, neanche dei sentimenti. La schiavitù era da abolire. Credo che la libertà sia il valore supremo. Sullo spirito di libertà ho educato mio figlio Kit ed è un orientamento che ho cercato di infondere ai miei navaho. Libertà da tutti, libertà anche dagli altri indiani, libertà anche dai nostri convincimenti.
È proprio nello spirito della prateria, della frontiera ...
"No. Si tratta di un imperativo che mi arriva dalla coscienza. Essere forte con i forti".
(Il tono delle sue parole gradualmente cambiava dallo stile annoiato al tono inflessibile. Sembrava granito. A torto di ogni teoria psicanalitica non aveva retropensieri, non aveva ambiguità. Quel che si vedeva era).
Mentre parliamo un gruppo di cow boy riferisce a Tex Willer che Fraser, il baro, è scappato riuscendo a cavarsela con poche frustate. Avrebbero preferito una punzione più scottante.
Tex sembra capire che non è il caso di animare una discussione coi bovari che arrivano arrabbiati. Qui, invece, mostra un'abilità politica. Esce di scena senza danni. Ma in verità non vuole essere forte con dei deboli. "Sono solo ragazzi con pistola, ma un po' fessi, si sono lasciati sfuggire la preda" - mi sussurra creando un'improvvisa alleanza. Capisco che non sono loro la posta di Tex ed anche io mi ritiro.
“Beh! Meglio muoversi” Si rivolge all'oste lasciandogli un altro dollaro: “porta una bistecca anche a questo ragazzo che dice di essere un cronista”. Poi torna l'espressione di granito verso di me: “Ed ora fa un buon lavoro!”
Esce con ostentata lentezza dalla sala. I cow boy fanno largo, quasi fosse portatore di un magnetismo speciale. Si dirige verso la scuderia per riprendersi il suo mustang.
“Cos'era tutto quel baccano?” Gli chiede il vecchietto a custodia dei cavalli.
“Hanno pescato un baro con le mani nel sacco e i ragazzi hanno pensato bene di pettinarlo a suon di frustate!”
“Uhm! Ai miei tempi i bari li appendevano all'albero più vicino!”
“Altri tempi, nonno!” (cit. episodio n.108, pag. 64).
Ma sono proprio i nuovi tempi quelli che Tex non ha mai rincorso, essendo portatore di verità eterne.