08 novembre '08 -
criticaContorsioni e certezze di un commercialista lanciato a PremierDopo la Lega il ministro del Tesoro vuole conquistare la destraLa Destra non deve essere ringalluzzita dal fatto che trovi Giulio Tremonti il suo nuovo mentore. In una recente intervista dice perentorio che l'Italia è di destra ed è un fatto inoppugnabile. Il fenomeno di una destra sostanzialmente prevalente in Italia era una base di riflessione a cui era attento anche Bettino Craxi ed era nella teoresi politica di Enrico Berlinguer, tanto che riteneva l'unica forma di socialismo progressivo per l'Italia il consorzio di governo con la Dc. Sullo sfondo c'era il colpo di stato in Cile di Pinochet sostenuto dalla democrazia cristiana cilena. Craxi invece riteneva il quadro politico italiano sostenibile solo con un alternanza tra blocco laico socialista e cattolico moderato che vedeva i fascisti e i comunisti sempre fuori dai giochi di governo. In questo modo la fascia elettorale che contava doveva ridursi al 60% dei voti che nella "Lotta Politica" avrebbero visto avvicendarsi l'uno o l'altro blocco. Non trova giustificazioni l'innamoramento versoGiulio Tremonti. Leggendo i suoi libri e specialmente nell'ultimo fa sorridere la sua tirata keynesiana sul controllo del mercato da parte dello Stato, i suoi strali sul globalismo e sul "mercatismo" termine da lui coniato mai letto sui manuali di economia. Tutti se lo ricordavano come liberista spinto, quindi fiducioso del fatto che la giungla del mercato rendesse giustizia di tutto - 'e anche se fa qualche morto ogni poco importa, questo è il mercato e noi non possiamo farci nulla'. Nella logica liberista bisogna saper accettare tutte le sfide del mondo, cosa che i nostri migliori imprenditori italiani hanno fatto investendo in Cina, India (leggere Federico
Rampini). Tutti ricordano anche Giulio Tremonti come strenuo sostenitore dell'abbattimento delle tasse, costi quel che costi, del disimpegno dello Stato nel controllo degli andamenti delle imprese. Più ancora le sue res gestae iniziano quando, non ancora impegnato in politica, è commercialista dei notabili milanesi. Coerente il suo proposito di fargli pagare meno tasse che i margini della legge e delle sue osservanze consentono. E su questa rara abilità ha costruito la sua fama e la
sua fortuna. Esiste in Italia un liberalismo di destra ma non penso possa esser più rappresentato da Tremonti che ha fatto il volta gabbana parlando di Keynes e di programmi di grandi opere pubbliche per rimettere sul mercato moneta, redditi, ricchezza condivisa.
L'etica di un imprenditore come di un economista del suo taglio è binaria: si divide in due, l'utile e il Non utile da rigettare. Ora per lui l'utile è diventato sposare questa posizione politica. Buon pro gli faccia se riesce a trarne qualche profitto e simpatie politiche insperate.