C'era un tempo in cui l'Italianstyle consisteva nel compiacersi di apparire nella burla e nella piccola truffa. Epica l'immagine di Totò e Peppino che cercano di vendere la Fontana di Trevi a un malcapitato italo-americano in cerca di business. Dagli anni Cinquanta non è cambiato molto se a Roma si continuano a dare bufale vendendo le cartoline della città spacciate per spazi e immagini. Succede così al set del film di James Bond di prendere la Città Eterna come spazio scenico dei suoi giochi fantasmagorici.
http://www.xpolitix.com/2015/03/04/james-bond-e-il-generone-romano/
Compreso nel pacchetto anche la bellezza di Monica Bellucci. A interpretare Daniel Craig totalmente bruciato nell'immagine di Bond, cosa che non riuscì per Sean Connery e per Roger Moore. Ma a rimanere bruciata, stavolta, rischia di essere anche Roma. I romani hanno mostrato insofferenza davanti alle transenne per Bond. Le cronache non l'hanno riportato, ma il vedere i soliti percorsi ancor meno transitabili per le transenne lungo le strade non è piaciuto a nessuno. Tantomeno è stato consolatorio il ritorno in termini economici. La gratificazione dei seicentomila euro per la scenografia naturale appare magra consolazione. Non si dimentichi che questa città a Capodanno ha avuto servizi ridotti dal Comune perché non potevano esser pagati gli straordinari. Stavolta i soldi, con l'idea di una partita di giro, si sono trovati. Il set è stato così allestito all'Eur e in pieno centro storico. Il Messaggero (http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/roma/james-bond-sposta-il-verano-all-amp-39-eur/1188740.shtml) spiega che su Il Verano non c'è stata mediazione. Così la regia si è accontentata del Museo della Civiltà Romana a l'Eur. Moralmente consolatorio. Roma rispetta ancora il suo cimitero monumentale. La produzione anglo-americana invece non rispetta i suoi monumenti come è James Bond. Eppure dovrebbero essere apprezzati, sì, ma solo tra i ricordi e i miti della letteratura ispirata alla mitopietica della Guerra Fredda. E invece Bond insiste e persiste. “Ma - si dirà - Bond ha dimostrato di resistere ideologicamente, oltre che commercialmente, alla fine della Guerra Fredda. E poi l'agente segreto di Sua Maestà trova sempre un nemico internazionale da battere”. Non ha potuto nulla, però, contro le strade dissestate della città. Povero Bond! Quel che non poté la Spectre poterono i sampietrini.
Atteggiamento più riguardoso verso i cinquantenni Bellucci e Craig sarebbe stato d'obbligo. Come riporta La Repubblica (http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/02/18/news/cinema_007_arriva_in_campidoglio_daniel_craig_e_monica_bellucci_incontrano_marino-107627354/) anche il sindaco non ha scialacquato in rappresentanza limitandosi a regalare ai due un bouquet di rose rosa e un medaglione di Roma Capitale. D'altra parte non è stato generoso neanche il set coi romani impiegati a tempo determinato: ha dato lavoro a sessanta persone, molte meno che il resto della compagnia a lavoro per il film. Ed anche la fotografia di Daniel Craig e Monica Bellucci davanti al Foro Romano, come fossero una coppia attempata in viaggio di nozze, non inganni. Non ci sono nozze. Solo momentanei interessi da coniugare. Sono durati per pochi giorni e non hanno fatto contento nessuno delle due parti: né Bond né Roma. Tantomeno i romani.