Non ho visto la partita di ritorno tra Juve e Real. Ma non è importante per entrare nel dibattito. Non conta perché oramai quel che attiene alla Juve attiene a un ché di extra-calcistico:
l’evento a sfavore della Juve entra nel dibattito in contrasto alla lunga elencazione di eventi a favore, ma non si può evocare la logica del contrappasso. Se così fosse, si adotterebbero moduli logici che attengono al mondo del calcio - allegoria della vita.
Anche le proteste della Juventus per l’ingiustizia subita non sono nuove. Tutti sanno che lo stile Juve dura fin quando le sorti – chiamiamole così - le sorridono.
Ma l’offesa alla giustizia operata in questi quarti di finale ha il torto di non aggiungere nulla di nuovo nell’allegoria della vita che è il calcio. Nuovo sarebbe stato se la Cavese avesse vinto per un’ingiustizia arbitrale contro il Real Madrid. E invece succede semplicemente che un team potente si aggiudica i favori arbitrali contro un altro team potente, un po’ meno però.
Non c’è storia da raccontare. La storia di questa amara ingiustizia non riempie la memoria come la scrittura dell’imprevedibile vittoria della Roma il giorno prima.
Inutile quindi scomporsi, come fa Buffon. Inadeguata la l'attestazione di odio da parte dei tifosi non juventini. Con una nuova ingiustizia nei confronti di una entità ingiusta non si è fatta giustizia. Si ripete il corso dell'ingiustizia di cui si lastricano le vie della Storia. Non è stato Davide a vincere contro Golia. Golia è stato eliminato da un gigante più grande di lui. Tutto qui.
IL problema è per questa italietta che esprime anche nel calcio un livello gregario, dove l’unico ruolo è quello di sparring partner, l'unico merito è avvicinarsi alla grandezza e mai vestirla. In tal senso, nuovamente, il calcio esprime perfettamente il reale dell’Europa. La funzione evocativa, e in tal senso, anticipatoria si ripete. E mentre nell'antica Roma, nel Rinascimento, le divisioni concorrevano a far nascere il livello competitivo, tale da rafforzare un ruolo nel mondo, quelle di oggi rendono le nostre provincie ancora più provincie.
Questa nuda realtà di cui ci ha ravvisato la sconfitta della Juventus trascende la stessa Juventus per diventare occasione per una riflessione più generale. La Juve perde. Ma tutto il resto, l’insieme italico di Juve e non Juve, aveva perso da prima.