Sono d'accordo con Orfini. IL PD non deve chiedere scusa a Marino per l'accaduto processuale e per averlo estromesso dalla sua sindacatura su Roma. Ma è anche vero che Marino fu un sindaco rovinoso. E allora lo stato di accusa nei confronti del PD si rinnova per la colpa di aver chiesto ai romani di votarlo.
Ricordiamoci che la sentenza in appello ha condannato Marino. Cioè, l'uomo ha veramente pagato sue spese personali col bancomat del Comune di Roma. Andò reo-confesso quando disse che avrebbe risarcito le spese personali accreditate sul conto dell'amministrazione pubblica. (E non commento!). La Cassazione non entra nel merito della verità di fatto ma sulla procedura seguita per arrivare a sentenza. Quando rileva delle irregolarità formali cassa, cancella, annulla la sentenza. Questo perché nel diritto la forma è sostanza e consiste in un piano di legittimità che rende l'applicazione della legge equa. Questo per dire che Marino si è salvato così. Non perché non avesse materialmente fatto quel che ha fatto. Ma, poi è chiaro, anche la cenetta o la bottiglia comprata coi soldi nostri con cui paghiamo l'IMU è poca cosa di fronte al suo rovinoso comportamento. IL PD allora ha scelto questo specifico particolare per inchiodarlo. Come Al Capone che venne arrestato perché aveva evaso le tasse. Così questo sindaco-Mister Bean. L'uomo faceva danni in ogni dove. Doveva essere fermato. Ne andava della rispettabilità di Roma. Non importa dove e come. Un'altra nota: ebbe una smentita dal papa! Quale cosa più marchiana può capitare? Di solito un politico viene contraddetto da un altro politico o da un giornalista. Marino ebbe una vera e propria smentita niente poco di meno che da Francesco Primo! Disse che era a New York (sempre a spese nostre) mentre Roma attraversava un momento nevralgico, perché doveva organizzare, propiziare, la visita del papa. Ed era appunto con sua Santità! IL papa disse che non era vero! Ma potevamo tenerci per altro tempo ancora un sindaco così?