Lo scandalo sui presunti dati truccati dai climatologi, alla vigilia del Summit di dicembre a Copenaghen sull'emergenza climatica sulla Terra, attesta solo un dato. Che i verdetti del mondo degli studiosi è affetto da parzialità, faziosità uso di argomenti capziosi come avviene nella dialettica politica. La ricerca, anche quella che fa più fede a misurazioni oggettive, appare troppo umana per affidargli la responsabilità di verdetti che valgono per tutti.
Ma se tutti sono d'accordo sul fatto che la Terra si stia riscaldando oltre le previsioni, la divisione tra i climatologi è sulle cause. Bob Ward, direttore del Grantham Research Institute on Climate Change and the Wenviroment concentra le argomentazioni dei fautori della mano umana come causa del surriscaldamento il dato che la temperatura terrestre è aumentata del 30% dopo la rivoluzione industriale. Ma questo, a guardar bene, non è un dato ma una presupposizione. A dirlo è l'oceanografo Carlo Wunsch che considera risibile ogni presunta dimostrazione che risalga a prima di venti anni fa.
Secondo l'Intergovernmental Pannel on Climate Change il mondo nel ventesimo secolo si è riscaldato di 0,6 gradi centigradi.
Ma secondo Richard Linzen, studioso del Mit di Boston, la Terra non si è riscaldata nell'ultimo decennio, semplicemente gli studi precedenti avevano sottovalutato la variabilità generale del clima dell'intero pianeta.
Non è questo il verdetto che può essere affidata a chi ha la maggioranza. "Non so in che modo ne usciremo - ammette Susan Salomon, dell'Oceanic Center del Colorado - ma voglio che gli storici della scienza in futuro siano chiari: gli scienziati disponevano di strumenti primitivi e di informazioni limitate ma il dato sul buco di ozono l'hanno azzeccato".