Bambini sovraccarichi di compiti per seguire studi inadeguati ad una formazione culturale adeguata alla loro età. Sottolineo sovraccarichi, come le pesantissime borse che contengono tanti, tanti libri. Quindi la mia non è una difesa di parte dei genitori Peter Pan, come lei, Donata Lorenzetti, ha simpaticamente definito molti padri e madri di oggi, su Repubblica del 13 gennaio a pagina 32.
Ritengo invece che i programmi scolastici e i metodi pedagogici siano affetti da demagogia. Non alludo minimamente alla demagogia prodotta da ideologie politiche. Mi riferisco invece al preteso universalismo con il quale questi ragazzi dovrebbero essere formati.
Si vorrebbe che il giovanissimo fosse sollecitato negli strumenti critici, in contempo si pretende acquisisca capacità analitiche senza disdegnare assolutamente, anzi intensificare, lesercizio della capacità mnemonica. La formazione, secondo questi brillanti metodi pedagogici, deve però giustamente allenare la giovane mente alla velocità di associazione. In altri termini ladolescente deve avere brillantezza di sinapsi. In tutto questo il ragazzino o la ragazzina deve dimostrare capacità di sintesi e di immagazzinare nozioni formative.
In un contesto in cui questa giovane esistenza è sollecitata fortissimamente da molti richiami come giochi elettronici, internet e tv, questa pretesa è ridicola. Ciò perché lelettronica offre strumenti allinsegna della facilità e della velocità. Con questi ninnoli della tecnica bisogna fare i conti per la formazione, non con le pretese di tanti professori che vengono da un piccolo mondo antico. Oggi infatti si pretende di dare una formazione, quindi unimpostazione antica, con strumenti antichi. Linganno consiste nei nuovi metodi che pretendono di toccare tutti gli ambiti dello scibile con manuali che somigliano, in piccolo, a testi universitari. Tutto questo lo trovo mentalmente rovinoso per queste donne e uomini del futuro. Voler formare alluniversalità del sapere, cominciando da questa tenera età, lo trovo veramente rovinoso.
Mia nipote fa la prima media in una scuola di Trastevere a cento metri dal Ministero di Pubblica Istruzione. Durante le vacanze lho aiutata a fare unapprofondita analisi della leggenda babilonese di Gilgamesh. Tutto molto bello. Se non fosse che la scuola a mia nipote non gli ha dato nozione dellIliade o dellOdissea ed in Storia lepoca romana lha dovuta assimilare in due ore di lezione, a scuola, che corrispondono a tante ore a casa, con i genitori, a studiare. Del percorso storico che va dallAlto Medio Evo in poi la ragazza non ha alcuna nozione e questo perché i programmi scolastici non lo prevedono. Sempre la ragazza ha cognizione vaga e confusa dellIliade per aver visto il film fuorviante Troy. DellOdissea ne ha percezione perché in casa i genitori spesso vedono in dvd la famosa serie televisiva della Rai. Possono essere questi modelli sostitutivi? Non credo. Ma forse sono meglio di questa scuola capace solo di sovraccaricare di pesi morali, intellettuali e formativi.