Nel 2010 non si possono utilizzare gli stessi metodi di programmazione delle aree locali che sono falliti trenta anni fa coi Prg, piani di riassetto, grandi interventi spot derivate dalla fuoriuscita di Roma dai suoi confini.
Questo perché è completamente saltato il rapporto tra controllo e previsione, quindi la possibilità di scrivere le linee di crescita su un programma razionale. I processi storici ed evolutivi hanno avuto assoluta prevalenza. Facendo una breve storia di questi trenta anni la crescita è avvenuta come frutto dellinterazione fra vincoli, la loro violazione, eventi e strategie.
Daltra parte è pur vero che i tentativi di programmazione più importanti sono avvenuti in consonanza al quadro coerente di governo locale-nazionale: il Prusst dellasse tiburtino che nasce in pieno governo Prodi, Badaloni in Regione, il Centrosinistra nelle citta, i Piani integrati di Guidonia con il governatore Storace.
Deve far riflettere se nonostante questo quadro generale di coerenza politica questi piani siano falliti, ancorché nati.
Il PRG di Monterotondo è andato avanti con molta fatica, ma il suo successo non consiste nel fatto di essere stato adottato e approvato in Regione con le controdeduzioni. E invece stato il risultato di una città, per quanto difficile e incapace di risolvere nuove contraddizioni periferia-centro, che fa sistema su sé stessa. Completamente diverse gli altri Comuni di questo asse della Città Metropolitana.
Sì, perché il quadro è questo: la Città Metropolitana. Non altro. E non serve rispedire al mittente. Occorre saper lavorare in questa dimensione istituzionale voluta da una riforma costituzionale alzando lasticella, come usa dirsi oggi, e proporre questo asse come capitale della Città Metropolitana. In altri ambiti della provincia romana gli altri assi sono completi: i Castelli hanno espresso lesprimibile, i due litorali a sud e nord hanno delle missioni di prolungamento ancora più conseguenti a Roma.
Qui arriva invece una nuova attenzione: il casello autostradale, la nuova stazione ferroviaria. Non a caso riguardano entrambe la viabilità. Non a caso riguardano a Guidonia che è il centro di questo nuovo Centro metropolitano battezzato da venti anni come Nordest, denominazione che ha avuto un successo incondizionato.
E per questo che ora gli amministratori delle città saranno in prima linea per progettare la complessità. Ma con questa espressione oggi non si deve intendere limpossibile compito di prevedere un singolo decorso futuro, ma piuttosto lindividuazione di stati e comportamenti possibili. In altri termini, partire dalle esigenze di cittadinanza come assolute prioritaria.
Tanto per capire, facciamoci la domanda diretta: Di cosa hanno bisogno i nostri cittadini?
Risposta: Di non impiegare due ore per arrivare a Roma, di un ospedale degno, di servizi adeguati a una città europea.
Daltra parte mettere questo sul piano della programmazione non basta per eliminare la differenza tra pianificare e osservare la pianificazione.
La novità di questi anni consiste nellassoluto predominio delliniziativa e nellinteresse privato sulla pianificazione fatta dalla mano pubblica. Di questo bisogna saper cogliere gli aspetti positivi.
Non è impossibile! Ciascun intervento nel territorio è un intervento pianificatore. Se questo è vero deve esserlo nel sistema, quindi deve entrare come soggetto del sistema, quindi della governance locale. Oggi non cè altra scelta. Decisivo oggi stabilire una connessione tra diverse autoreferenzialità: quella della macchina amministrativa in cerca di fatturato politico e quella della società reale impresa, complesso di interessi, esigenze diffuse alla ricerca di fatturato propriamente detto.
È pur vero che non si può prescindere dallidea di un governo, sia questo centrale che decentralizzato.
Ma mentre si discute sulle formule assistiamo al cedimento di forme di decisionalità, liniziativa del singolo è sempre più collettiva, anche quando non è immediatamente dovuta al governo della città o di altra istituzione. Un nuovo cinema al centro di una città, unimpresa che arriva e dà lavoro sono fatti politici molto più rilevanti di qualsiasi decisione presa sugli scranni di un palazzo comunale.
Quindi più del governo locale o della governance, formule quanto mai fruste, cè bisogno di una grande camera dove si mettano in campo le forze di trasformazione lasciando agli eletti lonere di trovare questa nuova forma di razionalità nella crescita.
Quando si prendono grandi decisioni il giusto vince sempre sul meglio. In questo, lurgenza è ancora più urgente: meglio presto che meglio!