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09 maggio '19 - Estetica
Liverpool Tottenham
Finale d’Europa per due squadre d’Inghilterra che è uscita dall’Unione europea ma il 26 maggio voterà col resto del continente


Non è tramontata la pretesa di dare scuola al continente, da parte degli inglesi. E se in politica i risultati erano alquanto discutibili, nel calcio ci sono riusciti perfettamente acquisendo la finale di Champion League. Lo hanno fatto in entrambe i casi con estrema determinazione, senza scoraggiarsi mai, essendo artefici di una “ remuntada “ che nella dizione ufficiale dovrebbe ora trovare una traduzione anglosassone.

Eppure sono gli stessi inglesi a voler uscire dall’amministrazione comune dei paesi del vecchio continente e che non hanno trovato le misure per un distacco sopportabile, oltre che per loro onorevole. Erano decenni che l’economia inglese arrancava e nella politica estera si poneva come vassalla del colosso statunitense. Sempre stati indisponibili gli inglesi a porsi come nuovo blocco mondiale se non in posizione di assoluta preminenza, cosa che non era minimamente consentita per la presenza di Francia e Germania.

Con facile politicismo spesso i fatti dello sport sono stati considerati come anticipatori, presaghi, o quantomeno emblematici dell’epoca che si stava vivendo. L’Inter degli anni Sessanta era portavoce dell’Italia del boom economico, il Milan di fine anni Ottanta inizio anni Novanta della nuova crescita economica del nostro paese, dopo una ripresa drogata dalla crescita del debito pubblico …

Se vogliamo rimanere in questa allegoria dello sport, cosa insegna alla politica europea questa finale europea? Che gli inglesi non mollano mai - lo avevamo già apprezzato dagli esiti della Seconda Guerra Mondiale per cui tutto il mondo deve dire loro: “grazie”.

Se vogliamo guardare nel caleidoscopio forse un indirizzo lo dà. E non è solo uno modello o uno stile. Ma un modo proprio di intendere la gestione delle proprie risorse. Si diceva: non mollare mai. Non solo.

Gestire sé stessi sempre credendoci, non farsi mai imbalsamare da burocratismi e ricorsa alla mitopoietica dei grandi personaggi, dei grandi nomi, che da soli risolvono. Per vincere c’è bisogno di squadra. C’è bisogno dell’apporto di tutti.

“Ma questo lo sapevamo”.

Ecco, forse in Europa era stato dimenticato.