La testa ora è conservata al Museo dei Fori Imperiali ed è in attesa di restauro. IL volto, secondo gli esperti, dovrebbe ritrarre Dioniso. Sempre secondo gli esperti la statua risale all'età imperiale.
Impressiona come questa notizia colga così scarsamente l'eccitabilità dei notiziari, propensi invece a dibattere sui sovranismi, sull'Europa e la sua Unione oggi messa in discussione.
Chiaro - si dirà - Questa è l'attualità. Quella è la Storia.
Ma ad essere attuale non è Dioniso né quello che poteva rappresentare nell'età imperiale. Attuale è il ritrovamento.
Conferma la cognizione di quanto sia ricco il nostro sottosuolo romano.
Ma conferma anche che tutti i problemi dell'oggi sono destinati a storicizzarsi e a diventare ben presto come quella testa di statua: soggetta all'oblio, all'interramento e a una riga nel momento in cui riemergerà.
Un modo per prendere distacco dalle contumelie attuali e per dedicarci, anche solo un attimo, sulla riflessione ontica: chi siamo? Come ci interrelazioniamo? Qual è il senso delle cose, siamo carichi del senso delle nostre origini? ...
Domande e risposte che non debbono apparire oziose davanti a quelle proposte nei quesiti elettorali. Lì si votano rappresentanze senza poteri effettivi e, nella fattispecie, la discussione è su chi arriva secondo. Sì perché, come per il campionato, il vincitore si è già annunciato da tempo. IL primo è dato. Ma questo è vero non solo nel senso che sia la Lega che la Juventus si sono aggiudicati la vittoria, bensì perché a determinare è il potere determinato dalla finanza e dalle grandi concentrazioni industriali. Sono loro a decidere. Non gli eletti.
IL problema allora resta sul vero posto da assegnare agli ultimi.
Cosa può fare ancora il Dioniso per noi? Possiamo assurgere all'oblio della danza bacchica? Possiamo sconfiggere il potere con la cancellazione della sua memoria?
La profezia del Zarathustra voleva spezzare le catene della cristiana accettazione del mondo nella dionisiaca considerazione che questo mondo è l'unico che abbiamo e in questo mondo viviamo. Non dobbiamo vivere. E se è così dobbiamo farlo vivendo. E ridendo. A cominciare dal mondo.