10 aprile '20 -
EsteticaRileggere ConradLa Linea d'Ombra ci dice che il percorso di evoluzione umano passa attraverso i contrasti dopo i quali ci si sente meno giovani ma più fortiIn nome della pretesa difesa dalla contaminazione a ciascuno è stata fatta digerire la trappola dell’isolamento civile. Sono passate senza vaglio parlamentare, senza evidenziare la deroga alle elementari libertà costituzionali, delle misure chiaramente inadeguate.
La coercizione al consenso finora è stata premiante. Nel senso che la stragrande maggioranza della popolazione ha partecipato attivamente al lockdown anche nei visibili trasgressori in quanto obiettori solo soggettivi alle misure.
I casi tanto eclatanti di corridori o di passeggiatori hanno solo manifestato una personale insofferenza ai termini di clausura: non c’è stata ancora una messa in discussione delle misure di segregazione in casa della collettività.
Eppure ci sono tutte le ragioni per una messa in discussione dell’esortazione, ma sostanziale imposizione, ai ' minima moralia ': aderire a quel che dice il trito buon senso in mancanza di una visione in grado di dare risposte specifiche.
Dopo un mese di chiusura alle frequentazioni sociali di ciascuno non cala, come le previsioni avevano prospettato, il numero dei nuovi contagiati.
Ciò avviene per più ordini di ragioni. La prima è che molti nuovi contagiati derivano proprio da ospedali, case di cura ed Rsa. ( I luoghi della cura si sono rivelati i migliori diffusori della malattia. IL covo delle case, degli ambienti limitati, ha agevolato la trasmissione del virus ).
Non sono una risposta le argomentazioni per cui i nuovi contagi oggi si rilevano in maggior numero perché vengono effettuati maggiori tamponi. Quindi, più tamponi più contagiati, anche silenti. A questo numero, come è stato fatto notare da esperti, si dovrebbe aggiungere anche coloro che presentano semplicemente delle sintomatologie e non sono stati testati. IL numero dei contagiati crescerebbe ulteriormente. Eppure da una fase di clausura come quella seguita per un mese ci si aspettava una performance più visibile della preclusione al contagio.
Come e dove si contagiano nuove persone se sono tutti a casa e non hanno relazioni sociali? (Quelli che vengono tanto evidenziati rappresentano una parte risibile della popolazione). Evidentemente le condizioni di reclusione sono una misura di diffusione. E ne sono conferma i dati ospedalieri e le nuove occasioni casalinghe di trasmissione.
La chiusura dei contatti andava bene ed ha parzialmente funzionato inizialmente se applicata all’ insorgere della patologia. Serviva al fine del suo non diffondersi: isolare i cosiddetti cluster.
Ma è stata applicata in modo maldestro e intempestivo. Questo ha consentito i viaggi a sud di tanti emigranti nazionali per lavoro o per studio.
La caccia alle streghe intentata per dare motivazioni ai dubbiosi fedeli serviva solo a creare un caso che non c’è. Se il virus continua a propagarsi non è davvero per quelli che se ne vanno a fare una corsetta o una passeggiata oltre gli stretti confini di vicinato.
La morale è che come insegna il romanzo di Joseph Conrad, La linea d’ombra, i limiti di giovane età sono le esperienze stesse di vita ad estenderli o a rafforzarli.
La titubanza iniziale nel saper determinare misure draconiane nel bergamasco e bresciano hanno mostrato una debolezza comprensibile per essere per la prima volta davanti a un problema di questo tipo. L’inflessibilità tardiva nell’applicarle dopo hanno avuto l’indiscutibile pregio di dare coscienza dell’esistenza di un problema grave.
Le propaggini nelle disposizioni sui controlli a tappeto, nella segnalazione via drone, nella caccia all’untore che passeggia, sono però espressioni di una deriva che rischia di costituire un metodo per il futuro. Un metodo che potrebbe essere gradito al cittadino desideroso solo di essere protetto. Una popolazione stanca dei dibattiti vogliosa solo di risposte.
Ma c’è un problema. La fase di lockdown non potrà durare in eterno. Sarà chiaro, dopo, che questo quadro politico non avrà la forza di tenere insieme la forte necessità di risposte operative. In un mondo ancora costruito su contrappesi di potere, che sono il fondamento della burocrazia e del vuoto reale di potere, si ripeteranno schemi consunti e inefficaci. La risposta di un premier come Mario Draghi sarà coesa a un sostanziale congelamento della democrazia parlamentare.
La tecnica avrà vinto ulteriormente ma la sua persistenza al comando durerà fin quando e a condizione che sappia dare risposte.