25 novembre '20 -
EsteticaCon lui se ne va definitivamente il NovecentoMaradona, molto più di un campione, assai diverso da un modelloL'argomento consolatorio quando scompare dalla scena del mondo un personaggio come Maradona consiste nel dire che lui resterà sempre. Finisce il suo evento di persona, di vita umana reale, ma a ben guardare è ben poca cosa davanti a quel che ha segnato nelle cose degli uomini. E in quelle cose sarà sempre, tra noi e continueremo a dividerci, a discutere, ad ammirarlo a distanza di tempo.
Ma l'essere consegnato alla Storia degli uomini non è un motivo di vero sollievo. L'antieroe ci serviva per poter pensare in questo mondo alla possibilità del diverso, ed anche ad indignarci quando questa diversità usciva troppo dalle righe. Maradona entra appieno nella Storia del Novecento per le sue performance oltre al campo, in cui si rifiutava di sottostare a una gerarchia. Un campionissimo a cui poteva capitare di presentarsi poco prima dell'inizio della partita come fosse una cosa naturale. Meravigliarsi pubblicamente perché l'allenatore aveva scelto di non schierarlo. Rifiutarsi di sottostare a discipline costituite. Senza però mai essere un anti-eroe propriamente detto. (L'antieroe è un tipo di figura in cui poteva essere incasellato per errore, ma fa parte di un'Estetica precedente ai suoi anni). IL suo fare non assurgeva mai a modello perché in netto contrasto con le imprese in campo e coi sacrifici che ci erano voluti per arrivare a tanto. Maradona era l'emblema di un popolo che aveva sofferto troppo senza riuscire mai ad alzare veramente la testa. Era la contraddizione di sognare contemporaneamente il riscatto peronista con la rivoluzione di Fidel Castro e il mito di Che Guevara. Si dirà: come si può arrivare a tutto ciò giocando al Calcio? Si può non perdendo mai il senso delle origini e seguendo sempre il filo dei suoi impulsi vitali, anche quando sono sconvenienti, anche quando sono antipatici. Maradona irrideva la telecamera, segnava di mano, era indisponente nei confronti del suo presidente che gli pagava uno stipendio milionario. Ai Mondiali dell'86 fu l'emblema del riscatto Argentina sull'invasore inglese. Maradona era tante contraddizioni del secolo che ci siamo lasciati alle spalle oramai da venti anni ed era da tempo diventato forse anche inopportuno per il suo ricordarci chi eravamo e da dove venivamo. La ricchezza, la ritrovata modestia, l'orgoglio argentino non gli avevano fatto mai dimenticare le persone guida del riscatto sudamericano. Il sogno quindi consiste specificamente nella sua persona. Dare gioia allo scugnizzo come al ragazzino nei sobborghi di Buenos Aires, un giardino dell'immaginario per dirsi che forse non faremo mai la rivoluzione però avremo il coraggio, come ha fatto lui, di irridere i potenti, di sputare sul piatto in cui mangiava, di rifiutare agi e ruoli di rappresentanza. Lui era ed è Maradona. Gli altri che possono allineare a lui come classe, tecnica, tempismo, precisione, sono solo calciatori.