28 gennaio '21 -
EsteticaScontro tra titaniI due portavoci del mondo si pongono come verticali figure del conflittoCredo che queste manifestazioni di collera siano positive nel grande calcio perché riportano questo sport alla sua verità di competizione tra angeli dalla faccia sporca a cui può succedere di eccedere nei toni e nei comportamenti per eccesso di agonismo.
(Senza queste espressioni di collera infatti il calcio professionale rischierebbe di essere classificato come una pratica tra professionisti milionari che si contendono la palla in mutande).
Studiare le debolezze psicologiche dell'avversario, inteso come persona, per esaltare il suo tallone d'Achille ricevendone vantaggio in campo, credo attenga a un comportamento che unisce il primordiale con l'esaltazione semiotica dell'evento disputato.
Ma qui non ci si limita a dire: "figlio di"...
Qui si studia la persona per farla crollare ben sapendo che lo strale lanciato ha una manifestazione pubblica.
Esporre un vizio privato dell'altro alle evidenze del mondo che guarda davanti agli schermi, è diverso se dichiarato in mezzo ad altri soggetti della competizione, rispetto a darlo come oggetto di conoscenza pubblica.
Il tribale che c'è nel calcio giocato unisce queste due dimensioni fondendole pienamente: l'antagonismo che diventa rabbia, da una parte, la rabbia che arma il metodo scientifico della demolizione dell'altro.
Credo faccia parte integrante delle contraddizioni della nostra età tecnologica. E non so se possiamo farci qualcosa.
SPIEGAZIONE. Queste star nel litigare durante la partita che stanno professionalmente disputando, si comportano come ragazzi di quartiere che litigano arrivando alle mani e "partendo dé capoccia".
Sono comportamenti che riportano questo gioco alla sua dimensione originaria. Gli tolgono quella sovrastruttura con la quale il mercato delle merci rischia di snaturarlo.
Quindi il calcio si riafferma nella sua identità di gioco di ragazzi. Un tratto che rafforza la natura popolare di questo sport. Quindi questo è un punto per il calcio.
Quando però l'offesa diventa un fatto scientifico per cui si studia l'avversario per capirne i punti deboli e affermarli al mondo, a favore di telecamere, a scherno per i compagni, lì diventa un affare diverso.
In questo caso il furore competitivo assume il carattere della prevaricazione che si evidenzia nella lotta di mercato delle merci.
Ma le due dimensioni, ancestrale e sociale-capitalistico, si fondono perfettamente. In tal senso la verticalità. Sono due espressioni della stessa proiezione che potremmo chiamare "Essere per Essere".