Il linguista oramai votato alla geopolitica non le manda a
dire. Il bello di intervistare un grande pensatore di novantaquattro anni sta
anche nel fatto che nelle sue dichiarazioni non ha schermature. Dice quel che
pensa liberamente. E allora l’Europa è definita come “sistema cleptocratico,
produttore di materie prime” (pag.116). Citando Anatol Lievel ritiene che le
conclusioni di questo disastro bellico potrebbero essere quelle di un
impoverimento della Russia con la messa in dimissioni di Putin, di cui però si manterrebbe
la dignitosa apparenza di un presidente dimissionario. Ma sarà un modo di
velare un semi-golpe.
Se fosse questa effettivamente la fine di questa vicenda,
significherebbe spoilerare il finale. Ma siamo nel campo delle ipotesi, anche
se il curatore del libro-intervista mette questa prospettiva di fine tragedia
nella parte finale del testo.
Assai più disinvolte nella piena maturità sono i riferimenti
di Noam Chomsky- Si riferisce a Wikileaks per dimostrare l’offerta all’Ucraina da
parte di Bush di entrare nella Nato, la qual cosa aveva lanciato il primo
monito belligerante da parte della Russia (pag.76).
Più in generale la collocazione di questo conflitto, sempre
secondo Chomsky, segue lo stesso schema dell’invasione della Polonia da parte
di Hitler e di Stalin ma va anche di pari passo all’invasione dell’Iraq da
parte degli Stati Uniti (pag.74). Si tratta della premessa necessaria da fare
alla Russia di Putin, prima però di caricare sugli States una serie di
addebiti.
Si parla, come del resto tanti studiosi di geopolitica
dicono, di una guerra che ribolliva da venticinque anni. (25! Non semplicemente del 2014).
E tutto questo quando negli States si ignoravano i ripetuti allarmi (pag.78).
Nella visione di Chomsky però non ci sarà un diritto
internazionale a salvarci: “non dico che non ha valore, possiede un certo
margine di applicabilità”. Ma si riduce a un semplice criterio prezioso, non
potrà mai essere un sistema per uscire dalla crisi (pag.86). Tanto per
scomodare il Manzoni dell’Adelchi, in questo scenario internazionale pare che
non resti che far torto o subirlo.
Ed è per questo che l’esasperazione dell’economia in Russia
fino al cambio di regime appare l’ipotesi più praticabile (pag.112). Ma per
essere praticata deve continuare questa guerra di aggressione e resistenza.
Questo Chomsky non lo dice esplicitamente. Ma il liberal con queste premesse
appare non troppo diverso dall’ideologia stelle e strisce che dice tanto di
combattere.
( Noam Chomsky, Perché l'Ucraina, ed. Ponte delle Grazie, 2022, Milano. Euro 12 )