Siamo attanagliati dalle solite trite critichelle da bar. Tutti
contro la cosiddetta “classe politica”. La sloganistica corrente è impegnata a
sottolineare l’incoerenza di ciascuno. Il PD che si allea con l’uno e col suo
contrario. Il centrismo renzi-calendiano che propone una fusione a freddo
precedentemente improponibile. Le tensioni europeiste di Forzaitalia messe
assieme una Lega ritenuta putiniana e i meloniani etichettati come autonomisti …
Sebbene menzionata in breve la lista potrebbe durare.
Mi viene con 'motu proprio' difendere l'indifendibile: la
politica, come fosse espressione di una verginità o di una incontaminata
manifestazione dell’essere.
Il PD ha governato questo paese cercando di contare ai piani
alti di Bruxelles.
Il Movimento 5 Stelle ha dato quella scossa di cui c’era
bisogno per superare quella sensazione della solita minestra riscaldata.
La destra della Lega e FdI hanno dato l'idea che un sentimento
di superamento da percorsi segnati in dinamiche più grandi di noi fosse vincente e fosse proprio questa costante a metterci nella fattuale impossibilità di cambiare o decidere
autonomamente.
Forza Italia ha dato l'illusione a questi di poter
governare, un giorno. Onde poi trovare un governo molto congeniale con l’esistente
fondato sulle grandi nomenclature ...
Renzi e Calenda, finora separatamente ora insieme, hanno voluto dimostrare che fosse possibile applicare la logica europeista del PD nei comportamenti dirompenti tipici della destra.
In mezzo ci sono certamente incoerenze tra il dire e il
fare... Fanno parte della vita di ciascuno di noi. Ci processiamo con
altrettanto sarcasmo?
Giustamente si vorrebbe che i rappresentanti che noi
eleggiamo fossero migliori di noi e, in qualche modo, rappresentassero la parte
più nobile di noi e invece molto spesso si fermano a raffigurare la visceralità
che tanto conosciamo nelle nostre persone e con altrettanta disinvoltura
vorremmo relegare nelle retrovie. Ma questo non avviene e non lo si mette in
contro come costo vivo della democrazia.
Vorremmo fosse l’idea di moralità e santità laica a calcare
gli scranni del nostro meglio e invece chi occupa quei posti ci somiglia troppo
per riuscire a sopportare che guadagnino meglio di noi.
Ed allora si tocca il fondo del problema che consiste
proprio nella messa in discussione del nostro stilema di vita, tanto vorremmo
almeno eleggere personale in grado di garantirci donne e uomini in grado di
garantircelo. Ma nel clima di incertezze ciò non può assicurarlo nessuno in
nessuna condizione.
Ci si trova, quindi, ad assistere a delle querelle come
facessero parte di una rappresentazione teatrale messa in piedi per
alleggerirci ma che niente ha a che fare con la nostra personale vita. Ed è qui
che subentra l’astrattezza creata innanzitutto dall’elettore. L’esigenza
consiste nel trovare un momento consolatorio, una divagazione che ci aiuti a
rassicurarci sul fatto che niente cambierà. Ed è qui che muore la politica,
ancor prima della democrazia.