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25 agosto '22 - Italia
Non dovremo rivedere i consumi domestici
La rassicurazione di Mario Draghi al meeting di Rimini, il 24 agosto, che non tranquillizza gli italiani


Il prezzo del gas sfonda quota 300 euro, prima di ridiscendere e attestarsi su livelli comunque altissimi. Colui che si pone come il presidente del Consiglio dei ministri richiamato da tutti a gran voce illustra il suo programma di risparmi energetici. Riporta l’Ansa che ha parlato del piano come qualcosa ad intensità crescente. Sarà legato alla quantità di gas che potrebbe venire a mancare. Rassicura però: non avremo drastici razionamenti. Non dovremo rivedere i consumi domestici.

Non è chiaro a tutti che Draghi è ancora il presidente del Consiglio e si muove oggi in piena tranquillità senza l’assillo dei partiti. IL suo rendere conto somiglia sempre più all’evidenziazione di risultati inimmaginabili se non ci fosse stato lui. Quindi, a torto o a ragione, la sua macchina di propaganda continua e in sordina, continua attraverso il megafono di Comunione e Liberazione.

Dovremo però fare attenzione ai consumi – spiega sempre Draghi. Anche se sembra che l’inverno non dovremo passarlo con il paletot in casa, dovremo adottare stili di vita più adeguati alla fase di crisi. Sul tema verranno lanciate delle campagne pubblicitarie di informazione.

Draghi non esita ad evidenziare i suoi gioielli: le importazioni dalla Russia valevano circa il 40% del fabbisogno: ora circa la metà. Ma soprattutto gli stoccaggi proseguono a buon ritmo. Hanno superato quota 80%”. Se i consti sono esatti le provviste di carburante energetico dovrebbe bastarci. Le previsioni sono del "raggiungimento del 90% entro ottobre".

Tutto questo non è avvenuto semplicemente con la buona volontà. Il capitalismo di Stato ha dovuto dimostrare di saper governare la fase critica del capitalismo in crisi. C’è infatti “tensione e volatilità sui prezzi del gas naturale che tocca, nel corso della seduta nuovi massimi. Intorno alle 17.30 il prezzo del futures scambiato ad Amsterdam sfonda quota 300 euro (tocca il record intraday di 302,995 euro al megawattora) per poi riassestarsi sotto quella la soglia a 290 euro”.

Ma come sempre ci troviamo fanalino di coda come capacità di immagazzinare scorte. La Germania si conferma prima per gas immagazzinato con 196,82 TWh, un indice di riempimento dell'80,65% e una media giornaliera di stoccaggi pari allo 0,51%. In questa gara di bravura europea in termini di capacità di fare scorte, l'Italia sta dietro a ridosso dei 155 TWh (sono calcolati in base a una media di riempimento giornaliera pari allo 0,21%). Ma è la Francia ad essere blindata. Dispone di scorte per 118,2 TWh di metano, con indice di riempimento che sfiora il 90% all'89,81% e una media giornaliera di riempimento pari allo 0,3%.

(Tra i migliori a fare stoccaggio c’è la Polonia, con il 99,57% per 36,25 TWh di scorte. Poi la Danimarca con il 93,55% di scorte nei magazzini per un totale di 8,63 TWh. Sopra all'80%, ci sono anche il Belgio - 84,92% a 7,38 TWh - e la Repubblica Ceca - 81,54% a 35,69 TWh. Al top il Regno Unito (100%) che ha immagazzinato 10,48 TWh di gas naturale).

Mario prende applausi metafisici di chi – noi tutti – ha evitato la retrocessione. Viene da chiedersi come potremmo senza Mario.


(Dati attinti da nota Ansa)