Il prezzo del gas sfonda quota 300 euro, prima di
ridiscendere e attestarsi su livelli comunque altissimi. Colui che si pone come
il presidente del Consiglio dei ministri richiamato da tutti a gran voce
illustra il suo programma di risparmi energetici. Riporta l’Ansa che ha parlato
del piano come qualcosa ad intensità crescente. Sarà legato alla quantità di
gas che potrebbe venire a mancare. Rassicura però: non avremo drastici
razionamenti. Non dovremo rivedere i consumi domestici.
Non è chiaro a tutti che Draghi è ancora il presidente del
Consiglio e si muove oggi in piena tranquillità senza l’assillo dei partiti. IL
suo rendere conto somiglia sempre più all’evidenziazione di risultati
inimmaginabili se non ci fosse stato lui. Quindi, a torto o a ragione, la sua
macchina di propaganda continua e in sordina, continua attraverso il megafono
di Comunione e Liberazione.
Dovremo però fare attenzione ai consumi – spiega sempre
Draghi. Anche se sembra che l’inverno non dovremo passarlo con il paletot in
casa, dovremo adottare stili di vita più adeguati alla fase di crisi. Sul tema
verranno lanciate delle campagne pubblicitarie di informazione.
Draghi non esita ad evidenziare i suoi gioielli: le
importazioni dalla Russia valevano circa il 40% del fabbisogno: ora circa la
metà. Ma soprattutto gli stoccaggi proseguono a buon ritmo. Hanno superato
quota 80%”. Se i consti sono esatti le provviste di carburante energetico
dovrebbe bastarci. Le previsioni sono del "raggiungimento del 90% entro
ottobre".
Tutto questo non è avvenuto semplicemente con la buona
volontà. Il capitalismo di Stato ha dovuto dimostrare di saper governare la
fase critica del capitalismo in crisi. C’è infatti “tensione e volatilità sui
prezzi del gas naturale che tocca, nel corso della seduta nuovi massimi.
Intorno alle 17.30 il prezzo del futures scambiato ad Amsterdam sfonda quota
300 euro (tocca il record intraday di
302,995 euro al megawattora) per poi riassestarsi sotto quella la soglia a
290 euro”.
Ma come sempre ci troviamo fanalino di coda come capacità di
immagazzinare scorte. La Germania si conferma prima per gas immagazzinato con
196,82 TWh, un indice di riempimento dell'80,65% e una media giornaliera di
stoccaggi pari allo 0,51%. In questa gara di bravura europea in termini di
capacità di fare scorte, l'Italia sta dietro a ridosso dei 155 TWh (sono calcolati
in base a una media di riempimento giornaliera pari allo 0,21%). Ma è la
Francia ad essere blindata. Dispone di scorte per 118,2 TWh di metano, con
indice di riempimento che sfiora il 90% all'89,81% e una media giornaliera di
riempimento pari allo 0,3%.
(Tra i migliori a fare
stoccaggio c’è la Polonia, con il 99,57% per 36,25 TWh di scorte. Poi la
Danimarca con il 93,55% di scorte nei magazzini per un totale di 8,63 TWh.
Sopra all'80%, ci sono anche il Belgio - 84,92% a 7,38 TWh - e la Repubblica
Ceca - 81,54% a 35,69 TWh. Al top il Regno Unito (100%) che ha immagazzinato
10,48 TWh di gas naturale).
Mario prende applausi metafisici di chi – noi tutti – ha evitato
la retrocessione. Viene da chiedersi come potremmo senza Mario.
(Dati attinti da nota Ansa)