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24 ottobre '22 - Estetica
La realtà che appare, non è
La Fisica che si pone come nuova metafisica


“Il mondo è più straordinario e profondo di una qualunque delle favole che ci raccontano i padri” (pag. 230). E ancora: “siamo immersi nel mistero della bellezza e del mondo”. IL destino della divulgazione in scienza non si scrolla dal senso del fantasmagorico che accompagna le narrazioni del fantastico. Solo che la premessa del saggio divulgativo di Carlo Rovelli muove dall’asserto che la realtà non appare. L’autore titola: non è come appare. Ma così dicendo entra in una categoria del non essere, anche se la dimensione ontologica si riduce all’apparire.

Ma se non appare non è. Perché dare categoria di realtà scindendola dal visivo significa guardare ad altro dalla realtà. Come non la si può connettere con un ché di visivo? “La realtà è la totalità dei fatti e nell’esser questi tutti i fatti … Noi ci facciamo immagini dei fatti” - scriveva Wittgenstein nel Tractatus. tanto per insistere sul fatto che non può consistere il reale come concetto che ‘guarda’ altre dimensioni del cognitivo.

Ma – risponderebbe Rovelli – questa obiezione attiene a una dimensione metafisica del reale di cui l’umanità sembra avere infantilmente bisogno. Anche il fisico divulgatore però non ne è schivo. Tanto che se ne fa pieno carico riempendo pagine e pagine di ritorni alla tradizione classica dove chiaramente Democrito è l’eroe incompreso e Aristotele colui che ha annebbiato le menti per due millenni. Qualche scappatoia per Platone che sul Fedone pareva ipotizzare una Terra in forma circolare. Farebbe bene, allora, a ricordare Aristarco di Samo che per primo parlò di una forma sferica della Terra. Ma non lo fa.

Lo schema resta quello della Santa Inquisizione che salva i grandi artefici del pensiero fondativo in Bohr, Plank, Einstein, Heisenberg ma soprattutto al genio visionario di John Wheeler che inventò l’espressione “buchi neri”. Nei percorsi fondativi Rovelli pare non rinunciare mai a tracciare i percorsi evolutivi del pensiero in Fisica sui binari dove ci sono i calcoli ma soprattutto la fantasia e l’estro.

Estrosa è anche la ricostruzione del pensiero nell’antichità. L’impostazione è quella classicistica di una riflessione negletta di grandi anticipatori, Democrito di Abdera in testa, che avrebbero capito tutti e sarebbero rimasti invece inascoltati.

Sulla scorta della visione del mondo avrebbe fatto bene a caricarsi semplicemente il senso della forza del logos che nell’impresa di dare descrizione al reale intende, in un certo modo, a superarlo. Ora, ci si deve intendere quando si tratta di questo superamento. Lo si può intendere come narrazione finalizzata all’ottenimento del credito per l’egemonia e il potere oppure perché se noi partissimo dal reale per spiegare il reale non ne verremmo mai a capo.

Ed è questo in fondo il loop in cui circuita il dibattito epistemologico dalla rivoluzione di Einstein in poi. L’universo finito ma illimitato, l’infinità del mondo limitata dalle particelle dei quanti di energia, l’idea che energia e materia siano lo stesso, che tempo e spazio siano lo stesso, è bagnata dall’esplosione che la tecnologia ha pervaso l’esistenza reale nelle società tecnologizzate negli ultimi trenta anni.

Ma al di là del successo pratico in grado di imporre una vera svolta epocale, non aiuta a dare risposte alle domande più elementari che l’umanità si porta dietro dai suoi albori.

Resta però almeno sotteso al processo conoscitivo la componente dell’immaginazione produttiva che fu della Critica del Giudizio di Immanuel Kant. Peccato però che anche questo sia un riferimento che manca. Un passaggio obbligato che ci impone non tanto una supremazia sulla visione che meglio risponderà alle sperimentazioni, ma in grado di far conoscere a noi stessi le categorie impossibili del principio conoscitivo che è lo stesso di quello creativo. Perché come, seguendo quel criticismo, ci ha insegnato Jaspers quei stessi processi si identificano molto più di quanto ci figuriamo.

 

(Carlo Rovelli, La realtà non è come appare, ed. Raffaello Cortina, 2014, pagg. 241, Euro 22)


In foto una raffigurazione pittorica della descrizione quantica del mondo