Chi aveva aspirazioni liberal democratiche e vedeva con favore il sorgere di un nuovo soggetto politico ispirato a questo indirizzo dovrà ricollocare le sue aspettative. Carlo Calenda rilancia sulla sua proposta di consulenza al governo. Consulenza non richiesta. Ma quando i regali arrivano non si rifiutano mai. E con l’espressione “regali” si intendono voti in cambio di educati assensi a pareri, anche questi non richiesti e sicuramente solo parzialmente accolti.
Il leader di Azione continua infatti a ripetere: “la premier
è nuova, pensiamo vada aiutata e non solo contestata”. Povera Giorgina! Non
sapeva di avere un suo mentore nelle altre fila.
Il segno potrebbe essere interpretato come stima ponderata
sul fatto che questo stato di cose durerà nel tempo e allora è meglio trovare
una propria collocazione comoda prima di essere relegati al palo dei
contestatori tout court. Quelli una casa già ce l’hanno. Ed è la nuova identità
contestataria che i democratici si vogliono reinventare. Quelli di
Azione debbono disegnarsi un ruolo tutto nuovo. Ma non può essere quello dei
collaborazionisti! Avranno i danni da sicure polemiche e cose che andranno per
storto senza riuscire a godere di alcun beneficio, quantomeno di momentanea
immagine.
Giorgia Meloni capisce che ha tutto da guadagnare e si rende
disponibile all’incontro. D’altra parte la presidente avverte i partner che
qualora volessero giocare l’antica arma del ricatto di far mancare i voti, lei
ci ha subito pronto un sostituto per rimpiazzarli. Ma se così fosse, la
risposta si mostra già come fiacca. Il cosiddetto “terzo polo” non ha i numeri
per sostituire Forza Italia. Ma lo stesso Salvini, qualora dovesse accorgersi
della sua progressiva e inarrestabile debacle sarebbe pronto a mollare gli
ormeggi per tentare nuove avventure contestatarie, proprio come fece in età
post-Bossi.
Una prova per i calendiani potrebbe essere il
presidenzialismo. Sarebbe la bandiera che questa destra porterebbe a casa con
grande senso del successo, una volta terminata questa esperienza – visto anche che le misure economiche sono
improntante al più conseguente dettame da Bruxelles, così come la politica
estera ispirata al più conseguenziale atlantismo. Al presidenzialismo gli
amici di Renzi potrebbero aggiungere il pacchetto completo: il superamento del
bicameralismo e la revisione del Titolo Quinto.
Ma su questi obiettivi dovrebbe siglarsi un nuovo Patto d’Acciaio,
altro che Nazareno II.