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05 dicembre '22 - simboli
S’è svejato!
IL premier tedesco non vuole si creino i due blocchi con la guerra fredda, ma è proprio quanto è già successo


Il mondo è sempre stato diviso in blocchi. Il mondo, almeno quello comunicabile. Il sistema di governo delle cose e dei territori conosciuti e amministrabili ha sempre conosciuto due grandi poli di influenza. E quando in periodi non lunghi si è vissuta un’egemonia completa di uno, ebbene, è durata assai poco.

Consiste in questo la dinamica della Storia. Nel Novecento fa irruzione la “mondità del mondo” – espressione utilizzata per definire altri contesti di riferimento – in cui tutta la Terra ha fatto parte di questa continua lotta per le egemonie. Dire oggi “evitare nuova guerra fredda dividendo mondo in blocchi” come ha fatto il il cancelliere tedesco Olaf Scholz esortando l’Occidente in un articolo scritto per la rivista Foreign Affairs, corrisponde a un’operazione logica che gli epistemologi di qualche decennio fa definivano un truismo. Un’asserzione sempre vera, che vale, quindi, come esercitazione per operazioni in chiave logica ma dalla quale non si arriva alla desunzione di nessun’altra realtà espressa.

Facendo onore al suo pensiero, il cancelliere tedesco chiede sia fatto ogni sforzo per costruire nuove partnership. Bene. Ma poi continua nell’opera sempiterna dell’individuazione del nemico. Cina e Russia, ovviamente. Difficile concepire un pensiero più ovvio di quello di Olaf Scholz.

Cina e Russia sicuramente si pongono come insidia all’annientamento dell’idea di governo del mondo o di negazione di alcuna sfera di influenza che sappia entrare in collisione con uno di questi. La minaccia al mondo multipolare secondo questa mente ispirata dovrebbe avvenire con la forte unità europea e transatlantica.

Si ricorda al premier tedesco che è stato lui a rompere l’unità del blocco europeo per trattare condizioni tedesche per il prezzo del gas, che è stata proprio la Germania a non recedere dal proposito di realizzare la condotta che portasse direttamente la fornitura di gas dalla Russia alla Germania assicurandosi l’approvvigionamento energetico sugli altri partner europei.

Sempre secondo Scholz “l’Occidente deve difendere i valori democratici e proteggere le società aperte”. Ed è questa la frase di circostanza che carezza il narcisismo del vecchio continente. Peccato sia solo una petizione di principio con la quale si vorrebbe fare la lezione al resto del mondo.

Quando ha voluto e potuto l’Occidente ha posto poche condizioni e solo le sue. È entrato di luoghi di non appartenenza, ha preso, sfruttato, utilizzato l’umanità presente e soprattutto ha ben protetto i propri privilegi. Ha mollato questo comportamento non per illuminazione divina, bensì perché si sono poste condizioni nel mondo che non gli permettevano di tenere questo gioco egemonico. L’Occidente era tramontato.

La Germania dovrebbe saperne qualcosa di tutto ciò- Ora Scholz si dice favorevole a “costruire nuove partnership, pragmaticamente e senza paraocchi ideologici’’. Ed è così che annuncia, sostanzialmente, di aver cambiato la linea. “I tedeschi- afferma - intendono diventare il garante della sicurezza europea che i nostri alleati si aspettano da noi, un costruttore di ponti all’interno dell’Unione europea e un sostenitore di soluzioni multilaterali ai problemi globali”.

Questo significa ammettere: 1) che non sono stati i baluardi della sicurezza europea; 2) che hanno lavorato per rafforzare condizioni di privilegio mentre oggi vogliono realizzare ponti (quali? E con chi?); 3) che vuole darsi a diversi padroni e non stare sotto schiaffo degli americani, quindi temendo l’egemonia della Cina preferirà andare a patti con lei. Subito. Prima che sia solo uno a dettare le condizioni.