Il mondo è sempre stato diviso in blocchi. Il mondo, almeno quello comunicabile. Il sistema di governo delle cose e dei territori conosciuti e amministrabili ha sempre conosciuto due grandi poli di influenza. E quando in periodi non lunghi si è vissuta un’egemonia completa di uno, ebbene, è durata assai poco.
Consiste in questo la dinamica della Storia. Nel Novecento
fa irruzione la “mondità del mondo” – espressione utilizzata per definire altri
contesti di riferimento – in cui tutta la Terra ha fatto parte di questa
continua lotta per le egemonie. Dire oggi “evitare nuova guerra fredda
dividendo mondo in blocchi” come ha fatto il il cancelliere tedesco Olaf Scholz
esortando l’Occidente in un articolo scritto per la rivista Foreign Affairs, corrisponde
a un’operazione logica che gli epistemologi di qualche decennio fa definivano
un truismo. Un’asserzione sempre vera, che vale, quindi, come esercitazione per
operazioni in chiave logica ma dalla quale non si arriva alla desunzione di nessun’altra
realtà espressa.
Facendo onore al suo pensiero, il cancelliere tedesco chiede
sia fatto ogni sforzo per costruire nuove partnership. Bene. Ma poi continua
nell’opera sempiterna dell’individuazione del nemico. Cina e Russia,
ovviamente. Difficile concepire un pensiero più ovvio di quello di Olaf Scholz.
Cina e Russia sicuramente si pongono come insidia all’annientamento
dell’idea di governo del mondo o di negazione di alcuna sfera di influenza che
sappia entrare in collisione con uno di questi. La minaccia al mondo
multipolare secondo questa mente ispirata dovrebbe avvenire con la forte unità
europea e transatlantica.
Si ricorda al premier tedesco che è stato lui a rompere l’unità
del blocco europeo per trattare condizioni tedesche per il prezzo del gas, che
è stata proprio la Germania a non recedere dal proposito di realizzare la
condotta che portasse direttamente la fornitura di gas dalla Russia alla
Germania assicurandosi l’approvvigionamento energetico sugli altri partner
europei.
Sempre secondo Scholz “l’Occidente deve difendere i valori
democratici e proteggere le società aperte”. Ed è questa la frase di
circostanza che carezza il narcisismo del vecchio continente. Peccato sia solo
una petizione di principio con la quale si vorrebbe fare la lezione al resto
del mondo.
Quando ha voluto e potuto l’Occidente ha posto poche
condizioni e solo le sue. È entrato di luoghi di non appartenenza, ha preso,
sfruttato, utilizzato l’umanità presente e soprattutto ha ben protetto i propri
privilegi. Ha mollato questo comportamento non per illuminazione divina, bensì
perché si sono poste condizioni nel mondo che non gli permettevano di tenere
questo gioco egemonico. L’Occidente era tramontato.
La Germania dovrebbe saperne qualcosa di tutto ciò- Ora
Scholz si dice favorevole a “costruire nuove partnership, pragmaticamente e
senza paraocchi ideologici’’. Ed è così che annuncia, sostanzialmente, di aver
cambiato la linea. “I tedeschi- afferma - intendono diventare il garante della
sicurezza europea che i nostri alleati si aspettano da noi, un costruttore di
ponti all’interno dell’Unione europea e un sostenitore di soluzioni
multilaterali ai problemi globali”.
Questo significa ammettere: 1) che non sono stati i baluardi
della sicurezza europea; 2) che hanno lavorato per rafforzare condizioni di
privilegio mentre oggi vogliono realizzare ponti (quali? E con chi?); 3) che
vuole darsi a diversi padroni e non stare sotto schiaffo degli americani,
quindi temendo l’egemonia della Cina preferirà andare a patti con lei. Subito.
Prima che sia solo uno a dettare le condizioni.