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12 giugno '23 - Semiotica
Sette lezioni di Cottarelli
Idee di crescita che si traducono nel loro contrario


Sognare in economia non serve. Anzi. Spesso è controproducente. Potrebbe consistere in estrema sintesi in queste due massime che vanno scansionate mentalmente in senso conseguenziale, l’insegnamento che Carlo Cottarelli svolge nel suo testo dedicato appunto alle Chimere. Il mancato primo ministro le individua una per una e le elenca nel numero di sette. Come i peccati capitali, non le meraviglie. I due livelli appaiono costituire un magico accordo quando nella mente di alcuni grandi economisti si delineano come le seconde e diventano invece errori madornali da non ripetere.

Sono: le criptovalute, la libertà dalle banche centrali, la finanziarizzazione di tutta l’economia, il dogma della tecnologia, la globalizzazione, il dogma della crescita, la flat tax!

Argomenti tutti di stretta attualità per cui il testo di Cottarelli vale come vademecum per coloro che non masticano di economia ma che nella vita hanno comunque bisogno di alimentarsi. Ben oltre all’informazione piatta che si può raccogliere attraverso i motori di ricerca si offre un quadro preciso e integrale di ciascuno di questi problemi, compreso anche il contesto per cui queste “chimere” sono diventate ideologia main stream.

E allora la cura che propone il professor Cottarelli sta nella consapevolezza delle dinamiche presenti alle parole guida più celebrate nell’attuale dibattito. Consapevolezza che deve costituirsi sull’avere cognizione di causa. In ogni aspetto del dibattito ancora in vita sui modelli di sviluppo si delineano ragioni d’essere con esiti verificati nel corso della Storia o facilmente deducibili per la situazione in atto. La deduzione stavolta però non è data nel senso di detrazione –come si usa spesso in economia – bensì come ulteriore aggravio e mancata soluzione dei problemi.

Ma non è risolto il problema dei problemi di cui è costituita l’Economia come scienza e cioè sul perché al cospetto di tanta razionalità analitica il mondo sia comunque pervaso da grandi crisi tanto da comprometterne la sussistenza. La risposta surrettiziamente profilata da Cottarelli guarda alle grandi dinamiche che attraversano la gestione delle risorse. La privacy è tra queste. “Le banche sanno tutto di noi e se lo sanno le banche lo sa anche lo Stato” (pag.18).

E sulla centralissima questione sul significato del Quantitative Easing consistente nell’immettere nuova moneta nell’economia: “Se è una banca centrale e indipendente a certificare che la moneta immessa nell’economia è della quantità giusta e compatibile per mantenere l’inflazione bassa, la situazione cambia” (pag.51).

Ma tra tanti miti che nelle dottrine economiche si smontano da sé pare proprio che Cottarelli voglia debellare la convinzione che tassare meno i portatori di ricchezze sia un vantaggio per tutta la società. Questa tesi è storicamente sconfitta. E serve ribadirlo perché non trovi altri sostenitori oltre al mondo salviniano. Ma in ogni dibattito possibile sul criterio di crescita della ricchezza delle nazioni deve affrontare i vincoli ambientali. E su questo nuovo aggiornamento che si orienta il dibattito oggi. O meglio, dovrebbe orientarsi. C’è un variegato e sommerso mondo di addetti che rifiuta questa nuova categoria come un qualsiasi criterio vincolistico. Ed è la contro-chimera che avrebbe bisogno di una trattazione a parte.

 

 

Carlo Cottarelli, Chimere, ed. Feltrinelli, pagg.183 con note, euro 18