Sognare in
economia non serve. Anzi. Spesso è controproducente. Potrebbe consistere in
estrema sintesi in queste due massime che vanno scansionate mentalmente in
senso conseguenziale, l’insegnamento che Carlo Cottarelli svolge nel suo testo
dedicato appunto alle Chimere. Il
mancato primo ministro le individua una per una e le elenca nel numero di
sette. Come i peccati capitali, non le meraviglie. I due livelli appaiono
costituire un magico accordo quando nella mente di alcuni grandi economisti si
delineano come le seconde e diventano invece errori madornali da non ripetere.
Sono: le
criptovalute, la libertà dalle banche centrali, la finanziarizzazione di tutta
l’economia, il dogma della tecnologia, la globalizzazione, il dogma della
crescita, la flat tax!
Argomenti
tutti di stretta attualità per cui il testo di Cottarelli vale come vademecum per coloro che non masticano
di economia ma che nella vita hanno comunque bisogno di alimentarsi. Ben oltre
all’informazione piatta che si può raccogliere attraverso i motori di ricerca
si offre un quadro preciso e integrale di ciascuno di questi problemi, compreso
anche il contesto per cui queste “chimere” sono diventate ideologia main stream.
E allora la
cura che propone il professor Cottarelli sta nella consapevolezza delle
dinamiche presenti alle parole guida più celebrate nell’attuale dibattito.
Consapevolezza che deve costituirsi sull’avere cognizione di causa. In ogni
aspetto del dibattito ancora in vita sui modelli di sviluppo si delineano
ragioni d’essere con esiti verificati nel corso della Storia o facilmente
deducibili per la situazione in atto. La deduzione stavolta però non è data nel
senso di detrazione –come si usa spesso
in economia – bensì come ulteriore aggravio e mancata soluzione dei
problemi.
Ma non è
risolto il problema dei problemi di cui è costituita l’Economia come scienza e
cioè sul perché al cospetto di tanta razionalità analitica il mondo sia
comunque pervaso da grandi crisi tanto da comprometterne la sussistenza. La
risposta surrettiziamente profilata da Cottarelli guarda alle grandi dinamiche
che attraversano la gestione delle risorse. La privacy è tra queste. “Le banche sanno tutto di noi e se lo sanno
le banche lo sa anche lo Stato” (pag.18).
E sulla
centralissima questione sul significato del Quantitative
Easing consistente nell’immettere nuova moneta nell’economia: “Se è una
banca centrale e indipendente a certificare che la moneta immessa nell’economia
è della quantità giusta e compatibile per mantenere l’inflazione bassa, la
situazione cambia” (pag.51).
Ma tra tanti
miti che nelle dottrine economiche si smontano da sé pare proprio che
Cottarelli voglia debellare la convinzione che tassare meno i portatori di
ricchezze sia un vantaggio per tutta la società. Questa tesi è storicamente
sconfitta. E serve ribadirlo perché non trovi altri sostenitori oltre al mondo
salviniano. Ma in ogni dibattito possibile sul criterio di crescita della
ricchezza delle nazioni deve affrontare i vincoli ambientali. E su questo nuovo
aggiornamento che si orienta il dibattito oggi. O meglio, dovrebbe orientarsi.
C’è un variegato e sommerso mondo di addetti che rifiuta questa nuova categoria
come un qualsiasi criterio vincolistico. Ed è la contro-chimera che avrebbe
bisogno di una trattazione a parte.
Carlo Cottarelli, Chimere,
ed. Feltrinelli, pagg.183 con note, euro 18