Tra i
passatempi Social più usati in questa
stagione c’è il motteggiare utilizzando il verbo della compianta Michela
Murgia.
Tra queste l’asserzione
di imprecisata origine contestuale in cui pare abbia detto: Ho coltivato una speciale diffidenza per chi
si compiace di dire sempre quello che pensa. Temo con ogni fibra quel tipo di
persona che è pronta a scambiare per pensiero il moto casuale di quello che gli
passa per la testa e chiama sincerità l’incapacità di controllarlo.
Ipse dixit.
(Pare).
Ritengo sia
una delle asserzioni più sorprendenti di Michela Murgia. Sì, perché se potevi
concederle l'attenuante dell'estemporaneità, dell'immediatezza, del non
guardare a impedimenti comportamentali di sorta, con questa frase si capisce
invece che le sue invettive non erano dettate dall'impulsività. Erano invece
calcolate o almeno ponderate per l’effetto mediatico che potevano avere. E
infatti stanno ancora pienamente dentro lo star-system
televisivo in cui il gioco consiste nell'intreccio e la contrapposizione dei
pensieri detti in brevi righe. Michela Murgia era pienamente dentro il sistema
e ora si capisce meglio. La trasgressione allora consiste nella ricerca della
stessa e nel saperla raggiungere senza concedersi al turpiloquio.
Ma entrando
nella frase non si può che approvarne il contenuto. Ha il merito di togliere due
tipi di maschera. La prima è quella di chi vuole far male, vuole aggredire. È
pertanto persona aggressiva, però si nasconde dietro una presunta fragilità di
facciata. Come dire: "scusate ma non ho Super-io di freudiana memoria, non ho schermi, non ho reti
protettive, quindi mi faccio male e posso far male, ma non dipende da
me"... Dipende dall'asserente, invece! Dipende da chi parla! E come!
Si sceglie
la linea dell'apparente fragilità per colpire e chiedere clemenza
nell'eventuale reazione uguale e opposta. Si passa come passivi-aggressivi, ma
si è solo falchi, invece. Senza però caricarsi del gravame di chi attacca.
Altra
configurazione della tipologia di persona dall'incapacità di ponderare quanto
dice ( o scrive, specialmente sui Social )
è chi veramente lancia delle illuminazioni temporanee. Intuizioni che possono
nascere dal ben dell'intelletto, che però evidenziano deformazioni quando è
lasciato allo stato brado. Diversamente lo stesso intelletto può mostrare uno
stato etilico, oppiaceo, comunque inaffidabile.
Chi
asserisce vuole non avere percezione del suo stato ( eppure ce l'ha ) e si prende la liceità di dire secondo il barlume
di improbabili sinapsi. Non si perita di un momentaneo riscontro o
dell'adeguatezza del contesto. Lo dice e basta. Chi è così risulta dotato di un
ego stratosferico, dirompente,
dilaniante per chi gli sta vicino. Tanto che è meglio stargli lontano. E questo
è vero anche nel primo caso.