Addio finanzia globale. Addio al sogno di un mostro che comunque si rigenera. Il ricorso al Chapter 11 quindici anni fa dà l’avvio a una fase di recessione senza precedenti. Difficile stabilire i rapporti con la grande crisi del ’29.
Il caso alza l’attenzione sulla necessità delle applicazioni
delle regole. Rischia di moltiplicarle e di renderle pesantemente cogenti tanto
da creare anchilosi a movimenti che debbono essere necessariamente veloci e
senza impacci. Quindi il settore bancaria viene inondato di regole.
Ma è anche vero che se dopo il grande Crack si è evitato di
creare giganti del credito, la tendenza ha ripreso alla grande. Oggi esistono istituti
americani di proporzioni maggiori di quelli del 2008. Colpa della deregulation?
Colpa inevitabile del capitalismo? Della necessità di agire con le mani libere?
Tutti sanno che quindici anni fa i mutui subprime spinsero
Lehman ad arrendersi. Ne nacque un effetto a catena tale da trascinare un po’
tutti alla rovina. A preparare il campo alla crisi ci fu il rialzo dei tassi di
interesse e la stretta da parte della Fed che avvenne senza alcun preavviso.
La riflessione (che
non serve a niente fare oggi) guarda alla sostenibilità del sistema
finanziario. Introduce la categoria di convitato di pietra che, sebbene non
presente nella dialettica tra i mondi contrapposti, ne determina
inevitabilmente le sorti in caso di sua crisi o imprevedibile impennata.
Al tempo della grande utopia da parte di qualcuno era anche
lecito pensare ad un mondo possibile dove questo convitato sparisse. Un mondo
in cui fosse cancellata la grande o piccola finanza e il mondo dell’economia
fosse per regolare gli scambi reali e distribuire secondo i bisogni. Oggi
sappiamo che quell’utopia ha creato più dolore della prima imponente realtà.
Spazzata l’idea di un mondo diverso si insecchisce anche la prospettiva di un
mondo migliore. Resta solo la speranza di un sistema più solido dove pesi e
contrappesi servano a dare basi solide alle piattaforme dalle quali si opera.
Ma anche a guardare quella grande crisi va detto che le
previsioni apocalittiche furono smentite. L'industria bancaria nel suo insieme
non crollò e non fu oltremodo contagiata dalla crisi. Le regole che si imposero
dettero un capitalismo più solido e meglio capitalizzato. Ma da allora si è
aperto il tema problematico delle “banche troppo grandi per fallire”. La Fed è
dovuta intervenire più di una volta per salvare il sistema della politica
monetaria mondiale. Esempio fu il 2020 quando la recessione del Covid ha veramente
messo in crisi il sistema. L’equilibrio tra recessione e inflazione consiste
nella lunga stagione di lotta in cui i grandi organismi controllori debbono
dirigere il traffico per evitare che i viaggianti si facciano male da soli.