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17 agosto '10 - Amore e Morte
In morte di Francesco Cossiga
Un uomo che ha fatto di sé stesso un'opera d'arte

Alle ore 13,18 del 17 agosto è deceduto il presidente della repubblica emerito Francesco Cossiga. Aveva 82 anni e dal 26 luglio era ricoverato al policlinico Gemelli di Roma per problemi di respirazione. Una crisi cardio circolatoria tra le cause del decesso. Cossiga è stato presidente della repubblica dal 1985 al 1992, ministro degli interni dal 1976 al 1978, presidente del Consiglio dal 1979 al 1980. Eletto presidente della repubblica all'età di 57 anni resta il presidente più giovane nella nostra storia.

Francesco Cossiga resterà nella storia italiana uno dei personaggio più controversi.

 

In lui convivono le figure dell'uomo di Stato integerrimo, di stampo prussiano, il servitore della cosa pubblica che agisce nei termini di estremi mali estremi rimedi ed in contempo il censore, il picconatore degli atteggiamenti ipocriti, il polemista che svela, dietro apparenti ragioni addotti da personaggi politici e imprenditori, difese personalissime alle rendite di posizione.

Un'esegesi della sua attività di uomo di Stato dovrebbe dividersi in pre-1989 e post-1989, quando il presidente della repubblica dopo la caduta del muro di Berlino, visto il blocco comunista dell'Unione sovietica in consunzione, ha iniziato a togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

Prendendo ad esempio letterario i giovani di Berlino che prendono a picconate il Muro che separava le due parti di città, Cossiga ha iniziato a tirare fendenti in modo mirato, disoccupandosi delle gravi ripercussioni che le dichiarazioni rese dal presidente della repubblica potevano avere sul sistema-paese. La conseguenza fu che dopo i primi scandali, le accuse per cui quelle "esternazioni" esorbitavano dal compito e ruolo del presidente della repubblica, il panorama politico italiano iniziò ad esser autoimmune anche da queste sferzate. I polemisti iniziarono a vestire il costume di una maggiore aggressività anche perché si aprì la fase di Tangentopoli caratterizzata da arresti eccellenti, avvisi di garanzia, tali da decapitare buona parte della classe politica che aveva caratterizzato la cosiddetta Prima Repubblica.

 

Ministro degli interni durante gli anni di piombo usò maniere risolute contro gli studentei che manifestavano. a volta violentemente, in modo non autorizzato dalle forze dell'ordine. Mano dura che portò agli scontri del 2 febbraio del 1977 a piazza Indipendenza a Roma e alla morte di Giorgiana Masi. Sempre nel periodo in cui ha ricoperto il ruolo di ministro degli interni fu rapito e assassinato Aldo Moro. Di lì le sue dimissioni.

Come presidente del Consiglio fu indicato dal Pci che gradualmente attraverso la non sfiducia saliva i gradini del governo italiano. La sua persona fu associata all'organizzazione Gladio di cui Cossiga nelle dichiarazioni pubbliche e nella sua autobiografia fu in contempo censore ma anche un osservatore attento a evidenziarne il carattere storico sociale.

Ma Francesco Cossiga rimarrà nella memoria per l'ultima fase della sua presidenza della repubblica. Caduto il Muro di Berlino, pur nelle vesti di presidente della repubblica non lesinò bordate ad esponenti della sinistra e della destra evidenziandone i loro limiti di formazione, preparazione culturale oltre che appartenenza storico-ideologica.

Dimessosi due mesi prima della scadenza del mandato, diventato senatore a vita, come era prevedibile Francesco Cossiga si è trasformato in un eccellente polemista e opinionista. Di questi anni la sua doppia collaborazione a Il Riformista e a Libero con lo pseudonimo di Mauro Franchi o Franco Mauri.

Le sue picconate al sistema ossificato della Prima Repubblica - tanto da creare questa assimilazione al piccone usato per distruggere il Muro di Berlino - insieme alle sue intemerate arringhe resteranno un esempio di rigore intellettuale ed in contempo di ricchezza dialettica, oltre che di controversa visione.