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28 settembre '10 - Federalismo
Roma, la Capitale, si prende le briciole
La Città Metropolitana nemmeno quelle

Entro il 21 maggio 2011 deve essere approvato il decreto sulle modalità di finanziamento delle città metropolitane. Dopo la decisione su quanto devono costare regioni e province, sarà il turno delle Città Metropolitane. Ma non basta il budget di spesa utile a risvegliare gli amministratori che fanno parlare di federalismo i loro diretti superiori nelle cariche pubbliche ma non mostrano sufficiente iniziativa quando debbono conquistare spazi nuovi di decisionalità. Daltra parte sanno perfettamente che fare tutto questo significa mettersi in gioco con il pericolo di vedere ridimensionato ciò che hanno nellattuale. E allora meglio resti tutto come è debbono aver pensato in questi anni i sindaci di tanti Comuni di cintura delle più importanti metropoli.

Così facendo lespressione Città Metropolitana è destinata a rimanere senza significazione. Non ci sono atti consistenti, ma anche inconsistenti, attraverso i quali si può indicare linizio di un percorso. Eppure la sua indicazione come base progettuale di decentramento e federalismo esiste dal 1990 con la legge 142. Confermata nel 2001 con la riforma del Titolo V. I nuovi enti locali diventeranno una sorta di super provincia, secondo il progetto approvato alla Camera che attende la conferma in Senato. Nel programma di federalismo approvato nel 2009 in parlamento si riconoscono nove aree metropolitane: Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Torino e Venezia.

Roma no.

Roma ha ottenuto quel pallido contentino della legge Roma Capitale che consente al sindaco di partecipare al Consiglio dei ministri ma con scarsissimi poteri decentrati se non quelli di colloquio diretto con i poteri centrali come le Soprintendenze. Nessuna menzione ai comuni di prima cintura che, di fatto, già costituiscono lArea Metropolitana.

Sulle Città Metropolitane, le altre, quelle menzionate, la legge in cantiere prevede liniziativa popolare con quota di partecipazione pari al 20 per cento dei comuni e il 695 degli abitanti, quindi referendum. A questo punto entrerebbe in gioco il governo della repubblica con decreto legislativo di istituzione vera e propria della città metropolitana con indicazione degli organi e assetto. In attesa di governo e società reale tutto tace, ciascun dorme.

Milano è interessata a farla la Città Metropolitana perché ha Expò 2015. Ma difficile prevedere liniziativa degli altri Comuni: capoluoghi di provincia e i confinanti.