Decisivi i voti degli amministrativi per far vincere il "Sì", di misura. Una vittoria insignificante per Sergio Marchionne che non ha dimostrato di aver vinto il Kulturkampft nella storia della Fiat. Nell'industria italiana c'è non solo memoria, anche spirito di libertà, autonomia e voglia di gestione dei mezzi di produzione, come dei ritmi di lavoro fino ad arrivare alle scelte di produzione. Gli operai Fiat rifiutano quell'alienazione per cui iniziò 170 anni fa il grande movimento sancito nel '48 dal Manifesto di Marx ed Engels.
Quest'anima è ancora viva e con scatto di orgolio dimostra di non voler recedere. Il rifiuto completo alla ragionevolezza del posto di lavoro, di prendere quel che passa il convento. ''Per Marchionne è stata la vittoria piu' amara e per Fiom la sconfitta più gratificante''. In questa dichiarazione su Sky TG24 il leader di Sinistra e Liberta', Nichi Vendola, manca di cogliere il nesso profondo tra identità del lavoro e sua naturale autoidentificazione nella libertà. Gli operai, in sostanza, non ci stanno a farsi gestire come macchina né ad accettare che sulla loro pelle inizi una fase nuova per la storia di Fiat Auto Italia.
Sbaglia di nuovo Vendola a prendersela con coloro che hanno votato Sì, apostrofandoli per cicisbei (espressione assolutamente inadeguata). Questo perché, almeno formalmente sono i vincitori, ma soprattutto perché nella stragrande maggioranza sono lavoratori che hanno semplicemente sofferto più degli altri la logica del ricatto.
L'ordito delle nuove condizioni di lavoro che si prospettano partono dalla lotta all'assenteismo: piu' turni settimanali, taglio delle pause, buste paga più pesanti grazie soprattutto alle maggiorazioni per il turno di notte. L'accordo tra Fiat e sindacati (con Fiom e Cobas esclusi) prevede la diminuzione delle pause da 40 a 30 minuti composte in tre di 10 minuti ciascuna invece che due da 15 e una da 10 minuti. I dieci minuti che si lavorano in più saranno retribuiti (32,47 euro al mese). C'è anche la mensa su cui Marchionne in esordio si pronunciò nei termini dell'orrore. Per la pausa pasti ci sarà mezz'ora. La mensa resta collocata all'interno del turno. Si ridiscuterà quando la fabbrica andrà a regime (nel 2012) la possibilità di spostarla a fine turno.
- ASSENTEISMO: dal luglio 2011 se non si sara' raggiunto un livello di assenteismo inferiore al 6% medio (ora e' all'8%) i dipendenti che si assenteranno per malattie brevi (non oltre i 5 giorni) a ridosso delle feste, delle ferie o del riposo settimanale per piu' di due volte in un anno non avranno pagato il primo giorno di malattia. Dal 2012 se l'assenteismo non sara' sceso sotto il 4% i giorni di malattia non pagati saranno i primi due (l'Inps infatti paga solo dal quarto giorno mentre i primi tre sono a carico dell'azienda come prevede il ccnl).
- CASSA INTEGRAZIONE: si chiedera' la cassa integrazione straordinaria per tutto il personale dal 14 febbraio 2011 (quando finira' l'ordinaria) per la durata di un anno.
- FORMAZIONE: saranno tenuti corsi di formazione per i lavoratori in cig la cui frequenza sara' obbligatoria.
- TURNI: a regime si lavorera' su 18 turni (tre turni al giorno su sei giorni) con una settimana di sei giorni lavorativi e la successiva di quattro giorni. Il 18esimo turno sara' retribuito con la maggiorazione dello straordinario. Gli addetti alla manutenzione e alla centrale vernici lavoreranno su 21 turni (sette giorni su sette) mentre per i dipendenti addetti al turno centrale (quadri, impiegati e operai) l'orario sara' dalle 8.00 alle 17.00 con un'ora di pausa non retribuita. Con l'aumento dei turni si avranno circa 3.500 lordi annui in busta paga in più.
- STRAORDINARI: Saranno 120 le ore di straordinario obbligatorie ogni anno (15 sabati lavorativi), 80 in più delle 40 attuali.
- ORGANICI: le assunzioni del personale per la joint venture saranno fatte prioritariamente dagli stabilimenti Fga di Mirafiori e successivamente dalle altre Fiat torinesi garantendo retribuzione e inquadramento precedenti. Sara' riconosciuta l'anzianita' aziendale pregressa e sara' liquidato il Tfr a chi lo chiedera'.
- CLAUSOLA RESPONSABILITA': Come già è previsto per lo stabilimento di Pomigliano il non rispetto degli impegni assunti con l'accordo comporta sanzioni in relazione a contributi sindacali, permessi per direttivi e permessi sindacali aggiuntivi allo Statuto dei Lavoratori.
Una vittoria risibile, sia nei termini che nei numeri, che non giustifica tanto rumore se non la messa in sudditanza della facoltà di contrattazione così come l'illusione di sentire la fabbrica un po' propria, da parte dell'operaio. Un passaggio epocale che però - a giudizio di chi scrive - non significherà una nuova vita per Fiat Auto Italia, ma il suo smantellamento in altre direzioni del mondo per manifesta impraticabilità di certe scelte. Questo perché - si dirà - l'Italia tutta ha mancato al Kulturkampft di cui c'era bisogno per lanciare un nuovo sistema di relazioni industriali e di motivazioni delle proprie braccia in fabbrica. Come si fa a spendere tanti danari con una forza lavoro sconfitta e così neghittosa? E così, responsabilità e colpe, saranno sempre le loro, non di chi in questi venticinque anni ha annichilito l'innovazione, la capacità di difendere il target alto del settore merceologico delle auto. L'errore è degli schiavi perché alzano la testa.